
Recep Erdogan va avanti con il suo progetto panturco. Per quanti in molti abbiano riso di fronte all’idea di far rivivere l’Impero Ottomano, in realtà il premier turco a piccoli passi sta portando avanti un sogno che si trasforma di giorno in giorno in realtà e sotto gli occhi occidentali occupati a guardare altrove.
A dimostrarlo non solo le affermazioni fatte di recente con i nuovi alleati per motivi economici, come nel caso della Libia e dell’Azerbaigian; non solo quando si presenta come “risolutore” dei conflitti nei confronti dei vicini da cui la la Turchia prende nuovi territori e sviluppa la sua influenza nella regione, come sta avvenendo in Siria. O dei continui attacchi nel nord dell’Iraq contro i curdi, paese controllato dalla Turchia con la chiusura dei rubinetti dell’acqua con le dighe.
Ma la manifestazione più evidente del progetto pan turco è la creazione o il tentativo di dare vita a un’identità turca unificata, base per un nuovo “Impero”. Erdogan ha finanziato forum, centri culturali, investimenti in prodotti video di qualità (soap opera turche): un movimento coerente e progressivo verso l’aggregazione della comunità turca nel mondo e fuori dai confini turchi.
Ora nel segno dell’unificazione dei popoli turchi Erdogan ha dato vita a un rafforzamento e sviluppo di un codice culturale comune: l’Organizzazione degli Stati turchi ha iniziato a lavorare alla creazione di un alfabeto comune. La prima riunione della commissione linguistica si terrà in Kirghizistan. Alcuni continueranno a considerare questa iniziativa come un’inutile farsa, ma l’obiettivo della Turchia di Erdogan è la creazione di un’egemonia culturale nello spazio turco.
L’unico che in questo momento può frenare il sogno di Erdogan è Putin. La maggior parte degli Stati “turchi” sono rappresentanti della CSI e persino della CSTO.
Sul territorio della Russia vivono 11 milioni di turchi. E sebbene al momento tra Turchia e Russia ci sono molte intese, non ultima quella di dare vita a un gasdotto turco-russo, non si può fare a meno di evidenziare che il sogno turco potrebbe infrangersi nelle steppe russe.
Tommaso Dal Passo