Nelle contromisure che Riad starebbe prendendo in caso di sanzioni per il caso del giornalista dissidente Jamal Khashoggi, rientrerebbe anche la riconciliazione con l’Iran.
A quanto riporta al-Arabiya, ripresa dall’iraniana Press Tv, il regno ha pensato a “oltre 30 misure” come parte della rappresaglia. L’Arabia Saudita starebbe considerando la possibilità di dare una base militare alla Russia a Tabuk, a nord-ovest dell’Arabia Saudita, un’area strategica vicino a Siria, Israele, Libano e Iraq; nel servizio saudita si legge:«In un momento in cui Hamas e Hezbollah si sono trasformati da nemici in amici, avvicinarsi alla Russia porterà ad una vicinanza all’Iran e forse anche ad una riconciliazione con esso».
Oltre al riallineamento con l’Iran, l’Arabia Saudita reagirebbe manipolando i prezzi del petrolio, eliminando i principali accordi sulle armi con gli Stati Uniti e riconsiderando i suoi legami di intelligence con Washington: «Non sarà strano che Riad abbia smesso di comprare armi dagli Stati Uniti. Riad è il cliente più importante delle aziende statunitensi, in quanto l’Arabia Saudita acquista il 10% del totale delle armi che queste aziende statunitensi producono, e l’85% dall’esercito americano, il che significa che quello che resta al resto del mondo è solo il 5%; oltre alla fine degli investimenti di Riyadh nel governo americano, che raggiunge gli 800 miliardi di dollari (…)
Se verranno imposte sanzioni statunitensi all’Arabia Saudita, ci troveremo di fronte a un disastro economico che scuoterebbe il mondo intero. Riad è la capitale del petrolio, e toccarlo avrebbe un impatto sulla produzione petrolifera prima di qualsiasi altra merce vitale. Ciò porterebbe all’incapacità dell’Arabia Saudita di impegnarsi a produrre 7,5 milioni di barili. Se il prezzo del petrolio che raggiunge gli 80 dollari ha fatto arrabbiare il presidente Trump, nessuno dovrebbe escludere che il prezzo salti a 100 dollari, o 200 dollari, o addirittura il doppio».
«Il regno afferma il suo rifiuto totale di qualsiasi minaccia o tentativo di indebolirlo sia attraverso minacce di imporre sanzioni economiche o l’uso di pressioni politiche», riporta Spa, aggiungendo che Riad «risponderà a qualsiasi azione con una più grande (…) Il Regno afferma anche che se riceve un’azione, risponderà con un’azione maggiore, e che l’economia del Regno ha un ruolo influente e vitale nell’economia globale».
Antonio Albanese