MEDIO ORIENTE. Droni armati cinesi sui cieli mediorientali

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Secondo un nuovo rapporto del Royal United Services Institute di Londra, la Cina sta rispondendo a una crescente domanda di droni armati in Medio Oriente.

Stando a quanto riportato dallo studio, Pechino fa poche domande quando vende la sua tecnologia all’estero: ««Poiché gli Stati Uniti in particolare si rifiutano – a parte i casi del Regno Unito e della Francia – di esportare modelli armati della loro iconica serie di droni armati Predator e Reaper, la Cina è intervenuta a colmare questa lacuna. E mentre le sue offerte come la serie Wing Loong o CH-4 sono meno capaci tecnologicamente rispetto alle loro controparti americane, sono disponibili praticamente per qualsiasi stato che voglia comprarle», riporta VoA.

Nel rapporto si dice che i droni di fabbricazione cinese sono molto meno avanzati degli Uav costruiti negli Stati Uniti, che sono stati utilizzati in diversi teatri in tutta la regione del Medio Oriente. Tuttavia, i droni cinesi sono molto più economici e di più facile accesso.

Nel frattempo, altri attori come Israele, Turchia e Arabia Saudita stanno sviluppando i propri programmi di droni armati, mentre l’Iran è tra le potenze regionali che utilizzano la nuova tecnologia per intraprendere missioni che altrimenti sarebbero troppo rischiose utilizzando jet con equipaggio convenzionale: «Nel caso dell’Iran, lo sviluppo di droni armati, per lo più copiati da vecchi modelli israeliani, ha permesso loro di operare capacità di attacco aereo in Iraq e in Siria, nonostante il fatto che la sua forza aerea convenzionale sia troppo vecchia e troppo limitata e troppo preziosa per essere rischiata in cieli controllati in gran parte da potenze potenzialmente ostili come gli Stati Uniti e Israele».

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è impegnato ad allentare i divieti di esportazione sui sistemi di droni armati americani, ma non è chiaro quando ciò potrebbe accadere. Nel rapporto si afferma che una tale politica avrebbe probabilmente un grande impatto sull’uso della tecnologia in tutta la regione del Medio Oriente.

Maddalena Ingroia