VENEZUELA. Per Mosca i black-out sono un’operazione militare USA

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Il ministero della Difesa russo ha detto che la serie di blackout elettrici del Venezuela fanno parte di un’operazione degli Stati Uniti per esercitare pressioni sul governo venezuelano.

Il  generale Alexander Fomin, vice ministro della Difesa, ha detto che la recente serie di blackout in Venezuela è dovuta ad un’operazione pianificata guidata dagli Stati Uniti. Fomin, durante un’intervista con RT, ripresa da Telesur, ha detto che «gli Stati Uniti non si fermano» quando si tratta di far pressione sul Venezuela. «Non rifiutano alcuno strumento, usano ampiamente gli strumenti delle guerre ibride, le rivoluzioni colorate, così come i militanti dei movimenti radicali (…) Si può vedere che è in corso un’operazione chiamata “Blackout”, si tratta di una chiusura pianificata e artificiale degli impianti energetici, che colpisce negativamente anche l’atmosfera del paese e aggrava solo la crisi esistente, soprattutto la crisi economica».

Per Fomin, Cuba e Nicaragua saranno le “prossime vittime” degli Stati Uniti. Fomin ha anche sostenuto che l’«opzione della forza» che gli Stati Uniti hanno preparato e attraverso la quale «spaventano tutti» non è vantaggiosa per Washington, perché «può unire più persone intorno al governo venezuelano».

La serie di blackout in Venezuela è iniziata il 7 marzo, interrompendo il lavoro e altre infrastrutture pubbliche come le linee telefoniche, internet, la distribuzione dell’acqua. Caracas ha accusato gli Stati Uniti e la destra venezuelana per questi attacchi; secondo il governo venezuelano, gli attacchi facevano parte di un piano per estromettere il governo del presidente Nicolas Maduro.

La Russia ha già detto che aiuterà il Venezuela a indagare sugli attacchi al suo sistema elettrico su richiesta di assistenza da parte del governo Maduro. Il vice ministro degli Esteri russo Oleg Syromoloto ha detto che il sostegno alle indagini sarà dato perché il governo venezuelano ha costantemente detto che gli attacchi di marzo sono stati una cyber aggressione contro il Servizio Nazionale dell’Energia del paese.

Inoltre secondo quanto riporta Efe, il regime di Caracas ha chiesto all’Interpol di arrestare tre cittadini venezuelani residenti negli Stati Uniti, in Spagna e in Colombia, accusandoli di essere coinvolti nell’”attacco” alla rete elettrica del paese del 7 marzo, per il quale cinque persone sono già in arresto. Il ministro delle Comunicazioni Jorge Rodriguez, a VTV, ha parlato sarcasticamente del fatto che queste tre persone si trovano in paesi, due dei quali – Stati Uniti e Colombia, sono regolarmente indicati dal regime di Maduro come responsabili degli sforzi per rovesciarlo.

Il ministro ha detto che dal 7 marzo a 23 aprile, il Sistema Elettrico Nazionale ha subito più di 45 attacchi di minore entità, aggiungendo che negli ultimi due anni più del 50% delle oltre 500 sottostazioni elettriche del paese sono state sabotate. Tuttavia, gli esperti dicono che le interruzioni di energia elettrica sono state dovute ad una cattiva manutenzione delle centrali elettriche e alla mancanza di investimenti nel sistema, una versione che l’opposizione sostiene, aggiungendo che quanto è successo è anche un prodotto della corruzione nel settore gestito dallo Stato.

Anna Lotti