CINA. Pechino ha investito  28 miliardi di dollari in Medio Oriente

167

L’anno scorso la Cina ha impegnato 23 miliardi di dollari in prestiti e aiuti ai paesi del Medio Oriente e ha firmato altri 28 miliardi di dollari in investimenti per infrastrutture e progetti di costruzione. Con la diffusione dell’influenza cinese e del business in tutta la regione. Gli interessi geostrategici di Pechino hanno fatto squillare diversi campanelli di allarme a Washington.

L’Amministrazione Trump ha chiesto a Israele di annullare un accordo che conferisce alla cinese Shanghai International Port Group, Sipg, il controllo operativo del porto di Haifa, dove le navi da guerra americane attraccano spesso. A marzo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha chiesto a Benjamin Netanyahu di raffreddare i legami bilaterali del suo paese con la Cina, avvertendo che altrimenti i rapporti USA-Israele ne avrebbero potrebbero soffrire, riporta VoA. 

All’inizio dell’anno, John Bolton, consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ha anche sollevato le preoccupazioni di Washington con Netanyahu, e non solo per la gestione cinese del porto di Haifa, ma anche per quanto riguarda l’uso israeliano della tecnologia di telecomunicazione cinese, che temono sia utilizzata per lo spionaggio e la raccolta dati.

Il Jerusalem Post riporta che la Marina Militare degli Stati Uniti sta considerando di cambiare l’uso di Haifa  una volta che la cinese, e statale, Sipg ne prenda ufficialmente il controllo nel 2021. Sipg ha ottenuto la gestione del porto per 25 anni e si è impegnata a investire 2 miliardi di dollari per trasformarlo. Il Segretario di Stato americano Mike Pompeo, in visita in Israele, disse: «La condivisione delle informazioni potrebbe dover essere ridotta». Ha esteso il suo avvertimento sugli investimenti cinesi ad altre nazioni del Medio Oriente, dicendo: «Vogliamo assicurarci che i paesi lo capiscano e conoscano i rischi», ha detto.

La maggior parte degli investimenti cinesi nella regione è legata alla Belt and Road Initiative, lanciata nel 2015 per stimolare il commercio lungo le rotte terrestri e marittime che collegano l’Asia, l’Africa e il Mediterraneo. Un progetto da trilioni di dollari per il commercio, gli investimenti e le infrastrutture, il Bri è il progetto di politica estera firmato dal presidente cinese Xi Jinping e la Cina ha già investito o prestato quasi 700 miliardi di dollari in più di 60 paesi.

Due anni fa, la Cina ha aperto una base militare a Gibuti, la sua prima base d’oltremare, posizionata nello stretto di Bab al-Mandeb. L’esercito americano ha già una base che si trova a pochi chilometri di distanza. È stata usata per operazioni contro gruppi jihadisti come lo Stato islamico e al-Qaida. Alcuni funzionari statunitensi vedono l’ingresso della Cina a Gibuti come un segno di ambizioni più ampie e forse militari. Pechino, invece, sostiene che il Bri è solo una maggiore connettività e commercio e può aiutare a risolvere le grandi sfide internazionali. 

Luigi Medici