Il Fondo Monetario Internazionale prevede che i prezzi dell’economia venezuelana aumenteranno di 1,37 milioni per cento quest’anno, mentre l’iperinflazione continuerà ad accelerare.
Entro il 2019, il Fondo ritiene che l’inflazione sarà salita ad un appena credibile 10.000.000.000%, mentre il governo stampa sempre più denaro per soddisfare i suoi obblighi, riporta The Guardian. La situazione del Venezuela è così estrema che Caracas è stata rimossa dalle più ampie previsioni del Fmi per i mercati emergenti. Ad agosto, il presidente Nicolas Maduro ha tagliato cinque zeri dal bolivar e ha aumentato il salario minimo del 3.000 per cento.
Ma il Fmi, nel suo World Economic Outlook, ha chiaramente poca fiducia negli sforzi di Maduro: «L’iperinflazione del Venezuela dovrebbe peggiorare rapidamente, alimentata dal finanziamento monetario dei grandi deficit fiscali e dalla perdita di fiducia nella valuta.
Come si vive con una simile inflazione, in cui qualcosa che costa 1 dollaro va a costare 100.000 dollari? L’iperinflazione del Venezuela dovrebbe arrivare a quasi 1,4 milioni per cento nel 2018, ma nel 2019 dovrebbe raggiungere il valore di 10 milioni per cento. Dopo anni di cattiva gestione economica, e con l’industria petrolifera quasi ferma, il Venezuela sta vedendo decine di migliaia di persone fuggire ogni giorno dal paese, per trovare cibo e medicine, nella vicina Colombia e in Brasile.
L’economia venezuelana ha subito una contrazione del 14 per cento l’anno scorso e si prevede che diminuirà di un altro 18 per cento quest’anno, ma la buona notizia è che si prevede che si riduca solo del cinque per cento nel 2019, dice il documento Fmi.
Si stima che il Pil pro capite sia diminuito di oltre il 35 per cento nel periodo 2013-17 e si prevede che scenderà di quasi il 60 per cento tra il 2013 e il 2023; il Fmi ha detto che «l’iperinflazione dovrebbe peggiorare rapidamente, alimentata dal finanziamento monetario dei grandi deficit fiscali e dalla perdita di fiducia nella valuta». Il 20 agosto il Venezuela ha svalutato la sua valuta di quasi il 100%.
Graziella Giangiulio