KOSOVO. I rappresentanti della minoranza serba lasciano le istituzioni

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Continua la crisi a nord del Kosovo. A poco è servito il dialogo tra Pristina e Belgrado promosso dall’Unione europea, e anzi dopo la nuova crisi a fine luglio innescata dalla mai risolta questione del riconoscimento delle targhe poste sui veicoli serbi che passano il confine, ci sono stati solo passi indietro. Al punto che con l’avvicinarsi della scadenza dell’accordo temporaneo sul riconoscimento delle targhe, i rappresentanti di Srpska Lista, il partito che rappresenta la minoranza serba, hanno deciso di boicottare in massa le istituzioni locali e l’Assemblea del Kosovo.

Una decisione che fa saltare qualsiasi tentativo di accordo a Bruxelles: i rappresentanti serbi hanno dichiarato che non intendono rientrare a far parte delle istituzioni finché non ci saranno più garanzie anche e soprattutto sul riconoscimento dell’unione delle municipalità serbe da parte del governo di Pristina. Si tratta di un accordo avrebbe dovuto diventare operativo ancora nel 2018, sempre grazie alla mediazione di Bruxelles.

Le solite accuse reciproche tra il primo Ministro del Kosovo Albin Kurti e il presidente serbo Aleksandar Vučić non si sono fatte attendere: secondo il leader kosovaro, Belgrado è direttamente responsabile della nuova crisi a nord del paese. La Serbia, infatti, avrebbe sabotato gli accordi per cooperare con i “gruppi criminali” a nord del Kosovo. Kurti ha quindi invitato i rappresentanti serbi-kosovari a non abbandonare le istituzioni del paese seguendo le “manipolazioni” di Belgrado.

Le dimissioni dei dieci deputati serbi a Pristina rischiano però anche di creare un cortocircuito istituzionale: la costituzione del Kosovo, infatti, garantisce proprio dieci seggi ai rappresentanti della minoranza serba. Inoltre, le dimissioni riguardano anche ufficiali delle forze dell’ordine, e questo crea non pochi problemi in caso di nuove tensioni a nord del paese. Nel frattempo, KFOR e EULEX, le missioni di Nato e Unione europea in Kosovo, starebbero intensificando la loro presenza a nord.

Carlo Comensoli