ISRAELE. Il Mossad chiede la revisione dell’accordo nucleare iraniano

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Israele ha ripetutamente espresso preoccupazione per l’accordo nucleare iraniano, mettendo in guardia contro le sue gravi conseguenze. Ora gli avvertimenti su un “terribile errore” sono arrivati dal direttore del Mossad, che invita a cambiare o rottamare il piano.

Come riportano Times of Israel e Sputnik, durante una riunione di sicurezza, il capo del Mossad, Yossi Cohen, ha messo in guardia sulla minaccia nucleare posta dall’Iran, nonostante un recente passo avanti in materia. Cohen ha insistito per adottare una posizione più dura sulla questione e ha attaccato il piano d’azione globale comune del 2015, Jcpoa.

«Come capo del Mossad, sono sicuro al 100 per cento che l’Iran non ha mai abbandonato il suo piano nucleare militare per un secondo. Questo accordo consente all’Iran di raggiungere questo obiettivo. Per questo motivo ritengo che l’accordo debba essere completamente modificato o annullato. Comporta un pericolo esistenziale per Israele», avrebbe detto Cohen.

Il capo dei servizi israeliani ha avuto da ridire anche sulla decisione di revocare le sanzioni contro l’Iran in base all’accordo nucleare del 2015, dicendo che «aumentano i livelli dell’aggressione da parte dell’Iran».

Cohen ha definito i recenti accordi un “terribile errore”, in quanto non solo hanno permesso all’Iran di continuare il suo programma nucleare, ma rimuoveranno anche altre limitazioni a breve.

«Poi l’Iran sarà in grado di arricchire abbastanza uranio per creare un arsenale di bombe nucleari», ha detto il capo Mossad, secondo i media.

Il Jcpoa del 2015, firmato da Russia, Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Cina, Germania e Iran, prevedeva la graduale revoca delle sanzioni imposte a Teheran in cambio dell’abbandono da parte della Repubblica Islamica di ogni sviluppo nucleare militare, e con delle limitazioni per il civile.

Oltre che da Israele, l’accordo è stato attaccato dal presidente degli Stati Uniti, che ha minacciato di chiamare fuori gli Stati Uniti dall’accordo a meno che non venga rivisto. Donald Trump ha ripetutamente denunciato il piano, definendolo come la «peggiore e più unilaterale transazione che Washington abbia mai intrapreso», minacciando di ritirarsi se non verranno apportate modifiche.

Luigi Medici