
La notizia dell’apertura di un ufficio di collegamento Nato in Giappone ha comunque suscitato un certo scalpore. Se si realizzerà, contribuirà a chiarire alcune tendenze geopolitiche riguardanti l’Alleanza e l’Indo-Pacifico.
La Nato ha già uffici di collegamento, anche al di fuori dell’area del Nord Atlantico, compresa l’Asia; si tratta di tre categorie. Gli uffici di New York e di Vienna coordinano gli affari della Nato con le principali organizzazioni multilaterali di sicurezza a cui appartengono i suoi membri, rispettivamente le Nazioni Unite e l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione, riporta la britannica Geostrategy.
Il secondo tipo di ufficio di collegamento sostiene l’attuazione dei progetti di partenariato e ha la funzione di informare i cittadini sull’Alleanza, come in Georgia dal 2010, e in Bosnia-Erzegovina e in Moldavia, dal 2017. Tali uffici contribuiscono al processo di preparazione dei Paesi a diventare membri Nato.
Il terzo tipo ha una portata regionale, ed è quello che potrebbe essere creato in Giappone. L’ufficio di Tokyo servirebbe sia le relazioni Nato-Giappone, sia i partenariati Nato nella regione; come quelli presenti in Asia Centrale, Tashkent, o nell’area del Golfo.
La Nato e il Giappone firmeranno un nuovo programma di partenariato prima del vertice alleato in Lituania del prossimo luglio. L’uso da parte di Tokyo di piattaforme multilaterali come la Nato e il G7 per rafforzare i legami tra i Paesi dell’area euro-atlantica e dell’area indo-pacifica ha acquisito maggiore importanza con la formazione, nel 2022, di un nuovo gruppo di partner indo-pacifici della Nato, comprendente Australia, Nuova Zelanda, Corea del Sud e Giappone. I capi di Stato di questi quattro Paesi indo-pacifici hanno partecipato al Vertice Nato del giugno 2022 e sono stati rappresentati anche alla ministeriale lo scorso aprile.
Oltre a discutere gli interessi comuni su questioni di importanza globale, la NATO ritiene che «il dialogo politico assicura che la NATO e i suoi partner possano migliorare la loro reciproca consapevolezza della situazione sugli sviluppi della sicurezza nelle regioni euro-atlantiche e indo-pacifiche», operando in determinati settori come il cyberspazio, le nuove tecnologie e il contrasto alla disinformazione.
In questo contesto si inserirà gran parte del lavoro dell’ufficio di collegamento per l’Asia-Pacifico a Tokyo.
È innegabile che l’apertura di un ufficio regionale di collegamento della NATO in Asia orientale sia un indicatore di cambiamento nell’ambiente della sicurezza globale. Oggi il gruppo di partenariato Indo-Pacifico è rilevante per affrontare quelle che l’Alleanza ha identificato nel suo Concetto strategico 2022 come le sfide poste dalla Repubblica Popolare Cinese «alle ambizioni dichiarate e alle politiche coercitive» agli interessi, alla sicurezza e ai valori dell’Alleanza.
Il vantaggio principale di una simile presenza è una migliore comprensione comune della situazione nella regione. Un ufficio di collegamento che lavori per tutti gli alleati nel valutare e riferire gli sviluppi della situazione può anche riuscire a ridurre alcuni dei divari di percezione tra gli alleati.
L’esposizione del Giappone alla minaccia russa è un’altra ragione per cui Tokyo è una sede adatta per l’ufficio, e aiuterà gli alleati a tenersi aggiornati sulla commistione tra le sfide della Nato e le minacce della Cina e della Russia, contribuendo anche a unire i partner della regione che condividono gli interessi euro-atlantici e offrono le risorse necessarie per rafforzare l’ordine internazionale contro le aggressioni.
Luigi Medici