COREA DEL NORD. Kim promette di usare il bastone nucleare contro il “cane rabbioso” di Trump

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Washington sta chiedendo a Pechino di rafforzare le sanzioni petrolifere contro la Corea del Nord, riporta Afp. I due paesi stanno elaborando un progetto di risoluzione che potrebbero presentare al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a breve. Questa volta le sanzioni sarebbero mirate alle forniture di prodotti petroliferi per costringere Pyongyang a interrompere il suo programma balistico-nucleare. Non è ancora chiaro  se la Cina accetterà il piano o meno, riporta OilPrice.

Inoltre, il britannico Telegraph riporta che a Washington si parla far “sanguinare il naso a Pyongyang. Il quotidiano, senza identificare le fonti, ha detto che c’è stato un drammatico passo avanti nei preparativi per una risposta militare ai test missilistici della Corea del Nord: tra le opzioni che si stanno prendendo in considerazione la distruzione di un sito di lancio di missili, prima di un lancio, o quella dei depositi di armi. Il Pentagono sta cercando di trovare opzioni che permetterebbero di colpire i nordcoreani e ottenere la loro attenzione, mostrando di voler fare sul serio. Questa opzione militare è uno scenario molto più probabile per Washington, di quanto la maggior parte delle persone apparentemente creda.

Il Rodong Sinmun risponde condannando l’ipotesi e dicendo che Trump è disperatamente alla ricerca di una guerra, come dimostra la sua retorica, in base alla quale ci può essere sicuramente un conflitto con la Corea. «È la volontà ferma delle forze armate rivoluzionarie della Rpdc di sventare le mosse di aggressione degli Stati Uniti ed eliminare completamente la causa alla radice di una guerra nucleare per la pace sulla penisola coreana e la regione (…) Le parole non funzioneranno su Trump, un uomo che agisce da prepotente. I maniaci della guerra devono essere addomesticati con il fuoco, proprio come un bastone si adatta meglio a un cane rabbioso. Questo è il modo migliore per garantire una pace duratura nella penisola coreana e nella regione». 

Antonio Albanese