COREA DEL NORD. Gli USA pronti all’uso della forza

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L’azione militare da parte degli Stati Uniti nei confronti del possesso di armi nucleari della Corea del Nord è una “opzione sul tavolo” se si intensificasse la minaccia del regime di Pyongyang. Lo ha detto il capo della diplomazia di Washington Rex Tillerson il 17 marzo, ripreso da Dawn.

Simili commenti del segretario di Stato, in Asia per la sua prima visita, sembrano segnalare un cambiamento epocale nella politica americana verso il paese nordcoreano.

Tillerson arriva in Asia dopo il lancio di un missile la settimana scorsa che Pyongyang ha descritto come un’esercitazione per un attacco sulle basi americane in Giappone.

Gli Stati Uniti hanno 28000 soldati di stanza in Corea del Sud per difenderla dal Nord, ma la capitale Seoul è alla portata dell’artiglieria di Pyongyang e gli analisti ritengono che qualsiasi conflitto potrebbe provocare una rapida escalation e pesanti perdite.

Tillerson ha detto che «la pazienza strategica degli Stati Uniti era finita» riferendosi alla posizione della precedente amministrazione di Barack Obama. In base a tale politica, gli Stati Uniti avevano escluso di coinvolgere la Corea del Nord fino a quando non avesse fatto un impegno concreto per la denuclearizzazione.

«Stiamo esplorando una nuova gamma di, sicurezza, misure economiche, diplomatiche. Tutte le opzioni sono sul tavolo», ha detto Tillerson in una conferenza stampa congiunta con il suo omologo sudcoreano Yun Byung-Se.

«Certamente non vogliamo, che si arrivi a un conflitto militare. Se eleveranno la minaccia del loro programma di armi a un livello per cui riteniamo necessaria un’azione, l’opzione è sul tavolo», ha detto Tillerson. Le osservazioni di Tillerson a Seul sono arrivate il giorno dopo che a Tokyo ha denunciato il fallimento di 20 anni di sforzi per denuclearizzare il Nord e ha promesso un nuovo approccio, senza dare dettagli.

Oggi Tillerson è a Pechino per fare pressioni su Pechino perché faccia di più: «Non credo che abbiamo mai pienamente raggiunto il livello massimo di azione che può essere preso sotto la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con la piena partecipazione di tutti i paesi (…) Sappiamo che le altre nazioni possono fare azioni». Pechino condivide infatti le preoccupazioni degli Stati Uniti sui tentativi di Pyongyang di costruire un arsenale di ordigni nucleari, ma ha anche accusato Washington dell’escalation. Il problema è anche reso più complicato dal dislocamento in Corea del Sud del Thaad, cha ha scatenatola reazione cinese.

Antonio Albanese