
L’organismo dell’Unione Europea responsabile della selezione dei fornitori di servizi di sicurezza all’estero, il Servizio europeo per l’azione esterna, SEAE, è sottoposto a crescenti pressioni per spiegare l’aggiudicazione del contratto del 30 aprile per la fornitura di servizi di sicurezza ai diplomatici europei a Kabul.
Il bilancio iniziale del SEAE era di 70-80 milioni di euro, ma alla fine l’appalto è stato assegnato alla IDG Security, con sede a Dubai, per 61 milioni di euro, riporta Intelligence online.
Fondata dall’ex militare e imprenditore britannico Ian Gordon, la IDG dispone di notevoli risorse umane: l’azienda impiega molti ex Gurkha, soldati nepalesi che hanno prestato servizio nell’esercito britannico, i quali sono pagati notevolmente meno degli ex soldati occidentali. Il gruppo li assume principalmente in Afghanistan per garantire la sicurezza di varie strutture.
Avendo potuto partecipare alla gara tramite una filiale maltese costituita nel 2023, la presenza nell’UE è un prerequisito per partecipare alla gara, IDG si è aggiudicata l’appalto davanti alla francese GEOS, filiale del gruppo ADIT, arrivata seconda.
Alla gara d’appalto hanno partecipato anche altre società, tra cui l’attuale titolare del contratto, la società francese Amarante International, nonché la britannica Page Group, che deteneva il contratto prima di Amarante, e Hart Security tramite le sue filiali a Cipro.
Tutte le società cercano motivazioni formali che consentano loro di contestare la decisione, poiché non è affatto semplice rispettare le procedure europee.
Secondo diverse fonti a Bruxelles, le tre società non avrebbero nemmeno raggiunto la fase finale, in particolare a causa dell’importante requisito della gara d’appalto, ovvero il possesso di una licenza valida per gestire servizi di sicurezza in Afghanistan, firmata dai nuovi governanti talebani.
Tuttavia, vi è notevole incertezza circa la validità di queste licenze. Dopo essere tornati al potere nel 2021, l’anno successivo i talebani hanno aggiornato le norme in materia di licenze, rendendo invalide quelle vecchie. Sotto l’egida del primo Ministro, il ministro degli Interni Sirajuddin Haqqani, ex capo della rete Haqqani e ancora ufficialmente ricercato dagli Stati Uniti, è responsabile della firma delle licenze operative per le società di sicurezza armata.
Meno flessibili dei loro predecessori quando si tratta di accordi informali per ottenere documenti firmati su carta intestata del ministero, i funzionari talebani sembrano più interessati a far rispettare le leggi commerciali. Ciò include la verifica della regolarità fiscale, che accerta che le finanze locali della società richiedente siano in regola. Questi permessi sono necessari per richiedere una licenza, rendendo il rispetto di questi requisiti un doppio problema.
Da allora, secondo diversi operatori e i loro contatti locali, nessuna azienda ha più ricevuto la preziosa licenza.
Tuttavia, i rappresentanti dell’IDG hanno affermato che ciò non è vero, poiché l’azienda dispone di una licenza valida rilasciata dal governo. La battaglia amministrativa è appena iniziata.
Tommaso Dal Passo
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