VENEZUELA. I siriani del Venezuela rimpiangono Chavez

382

La necessità e la lealtà verso il presidente Hugo Chávez trova terreno facile nei quartieri poveri di Caracas dove spesso non si ha traccia delle violente manifestazioni che stanno insanguinando il paese. Come è già successo altre volte, le aree dove vivono e le stesse classi media e alta stanno egemonizzando le rivolte dell’opposizione a Chavez, riporta El Diario de Caracas.

Se in questi quartieri la situazione era drammatica, ce ne era una diversa in alcune parti depresse della città, dove il traffico scorreva più del solito e la maggior parte dei negozi e venditori ambulanti erano all’opera nonostante un minor numero di persone per le strade. Questa era la situazione a Catia o La Vega, Caracas occidentale, dove l’attaccamento al chavismo è alto nonostante le difficoltà economiche e la stessa densità abitativa di questi quartieri ha portato molti commercianti e lavoratori a non aderire allo sciopero contro l’Assemblea Costituente del 30 luglio.

Il giornale riporta pareri come questo: «Il governo sta cercando di fare qualcosa per uscire da tutto questo, l’opposizione brucia solo autobus, cliniche, e distrugge» oppure «nessuno mette il cibo in tavola se si chiude due giorni di seguito» pur essendo contro Maduro e l’Assemblea Costituente che cerca di preparare una nuova Costituzione; «Non è che la gente non protesti, ma vivono in piccole case e non possono lasciarle». Regna la paura a Caracas dei gruppi armati che dicono “difendere la rivoluzione” chavista nei settori più popolari, accusati di attaccare e intimidire gli avversari e i residente che protestano nei “loro feudi”.

La crisi ha costretto ad emigrare molti imprenditori della folta comunità araba di Caracas, «in pochi anni hanno perso quello che hanno costruito in 40 anni  (…) Vogliono solo vivere come prima», prosegue il giornale. Le immagini della Vergine Maria e le immagini di Hugo Chávez con il presidente siriano Bashar al-Assad, decorano le strade dei negozianti arabi, che spesso si lamentano di Maduro e non nascondono la nostalgia per l’iniziatore della rivoluzione in Venezuela, «Chavez era un’altra cosa. Aveva grandi idee, trascinava avanti, aveva soluzioni».

Luigi Medici