THAILANDIA. Sottomarini cinesi per Bangkok

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La Thailandia e la Cina hanno firmato un contratto per la consegna del primo dei tre sottomarini che le forze navali della Thailandia intendono acquistare da Pechino nel corso dei prossimi 11 anni.

Secondo quanto riportato dal quotidiano tailandese Bangkok Post, i rappresentanti della Royal Thai Navy e dell’impresa cinese China Shipbuilding & Offshore International Co., Csoc, hanno firmato il contratto a Pechino. La Cina non ha introdotto modifiche sostanziali al contratto, che è stato redatto dal procuratore generale tailandese, ha aggiunto il quotidiano.

Secondo il giornale, il contratto prevede che la Thailandia acquisterà tre sottomarini di classe Yuan S26T per un totale di circa 36 miliardi di baht, equivalenti a 1 miliardo di dollari, con 700 milioni di baht, 20,2 milioni di dollari da pagare entro 45 giorni. Il primo sottomarino dovrebbe essere consegnato entro sei anni dalla firma. La Cina ha anche accettato di fornire gratuitamente missili CM-708, che possono essere lanciati dal sottomarino ad una distanza di 290 chilometri.

Il 18 aprile scorso, il consiglio dei ministri tailandese ha approvato, in segreto, la decisione di acquisire un sottomarino da 13,5 miliardi di baht, per 390 milioni di dollari e altri due nei prossimi 11 anni. Di conseguenza, un gran numero di attivisti, politici e membri della società ha manifestato preoccupazioni per l’impatto che gli acquisti dei sottomarini possono avere sull’economia nazionale e sul bilancio della difesa, poiché l’accordo può privare il paese del suo bilancio militare in caso di emergenza, inoltre è stata sottoposta a indagine anche l’opportunità di avere in generale dei sommergibili, riporta l’agenzia russa Sputnik. Il 28 aprile, i media tailandesi riportavano che l’Ufficio del Revisore Generale della Thailandia aveva deciso di lanciare una indagine sui piani della Royal Thai Navy proprio per l’acquisto di tre sottomarini dalla Cina a causa delle forti critiche effettuate che dopo l’accordo è stato attaccato pubblicamente dalle richieste degli attivisti.

Anna Lotti