LIBANO. Profughi siriani allo stremo

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Più della metà dei rifugiati siriani in Libano vivono in condizioni di estrema povertà ed è oramai un costume farsi prestare denaro per cibo e affitto. Secondo un comunicato della Nazioni Unite, la maggior parte dei rifugiati si trova a dipendere dagli aiuti internazionali, in una prospettiva incerta per i finanziamenti umanitari nel 2018.

«A sette anni dalla crisi, i rifugiati siriani in Libano hanno sempre più difficoltà ad andare avanti e sono più vulnerabili che mai», ha dichiarato l’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Unhcr, a Ginevra.

La valutazione annuale della Vulnerabilità dei rifugiati siriani, effettuata da Unhcr, Unicef e Pam, ha dimostrato che il 58% delle famiglie vive attualmente in estrema povertà, con meno di 2,87 dollari al giorno per persona. Il prestito di denaro per il cibo, per coprire le spese sanitarie e pagare l’affitto continua ad essere estremamente diffuso, con quasi nove rifugiati su dieci che dichiarano di essere coperti di debiti. Mentre l’insicurezza alimentare rimane estremamente elevata, altre vulnerabilità continuano a crescere, come l’ottenimento della residenza legale: i rifugiati, così, sono esposti a un maggiore rischio di arresto e incontrano più ostacoli nell’accesso al lavoro, alla scuola o all’assistenza sanitaria: «Complessivamente il 74 per cento dei rifugiati siriani intervistati di età pari o superiore ai 15 anni non hanno la residenza legale in Libano».

Le opportunità di autosufficienza rimangono estremamente limitate in un’economia colpita dal conflitto siriano e da finanziamenti esterni insufficienti: «Nel 2017, solo il 36 per cento del totale dei fondi necessari per fornire un adeguato sostegno umanitario in Libano è stato ricevuto all’inizio di dicembre», afferma Unhcr, sottolineando che nell’ambito del piano di risposta alle crisi libanese sono necessari 2,7 miliardi di dollari per soddisfare i bisogni nel 2018.

L’Ufficio delle Nazioni Unite ha sottolineato che «è più che mai vitale che i donatori continuino a seguire la strada dell’aiuto in mezzo all’aggravarsi della povertà e alle crescenti vulnerabilità».

Maddalena Ingrao