Il Ruanda espelle i burundesi in fuga

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RUANDA – Kigali 13/02/2016. Kigali espelle 70mila profughi burundesi.

Il Ruanda intende spostare i rifugiati del Burundi in altri paesi come reazione al report dell’Onu. Ha dato l’annuncio il governo il 12 febbraio: «Il governo del Ruanda (…) inizierà immediatamente a lavorare con i partner della comunità internazionale per pianificare il trasferimento ordinato e sicuro dei profughi burundesi in paesi terzi» si legge nel comunicato, riporta il sudafricano Indipendent on line. La scorsa settimana, il Consiglio di Sicurezza Onu aveva denunciato il fatto che il Ruanda avesse reclutato e addestrato i rifugiati dal Burundi, tra i quali dei bambini, che intendono scacciare il presidente del Burundi Pierre Nkurunziza. Burundi ha ripetutamente accusato il Ruanda di sostenere i ribelli che vogliono rovesciare il governo di Bujumbura. Kigali ha sempre negato le accuse: «Il Ruanda ha sempre mantenuto i suoi impegni nel proteggere e nel prendersi cura dei rifugiati», recita la nota del governo, «Tuttavia, l’esperienza nella regione dei Grandi Laghi è che la presenza a lungo termine di rifugiati così vicino al loro paese di origine comporta rischi considerevoli per tutti i soggetti coinvolti». Il Burundi è nel caos da quando Nkurunziza ha annunciato l’intenzione ad aprile 2015 di voler correre per un terzo mandato, che poi ha vinto. Da allora centinaia di persone sono state uccise e almeno 230mila hanno lasciato il paese. Circa 75mila rifugiati burundesi sono in Ruanda, secondo l’Unhcr. Le nazioni confinanti già ospitano migliaia di rifugiati burundesi nei campi: la Tanzania ne ospita circa 130mila e la Repubblica Democratica del Congo ne ha oltre 18mila; l Uganda ne ha 21mila. Non è chiaro dove dove Kigali intenda spostare i profughi: «Negli ultimi mesi, il Ruanda ha fatto richieste a organizzazioni e partner internazionali per ospitare i burundesi che vivono nei campi e nelle città in Ruanda» prosegue la dichiarazione di Kigali, «Nessun attore si è fatto ancora avanti, anche se la situazione politica nel paese di origine dei rifugiati non mostra alcun miglioramento».
La violenza continua in Burundi. Il 10 febbraio, gli Stati Uniti hanno accusato il Ruanda di coinvolgimento nelle attività di “destabilizzazione” in Burundi.