Assolto l’apostata marocchino

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MAROCCO – Fez 14/02/2014. La Corte di Appello di Fez ha assolto Mohamed El Baladi, 31 anni, già condannato il 3 settembre 2013 dal tribunale di Taounate a 30 mesi di carcere per essersi convertito al cristianesimo e di aver fatto proselitismo tra i giovani musulmani.

Il 27 agosto, la polizia di Ain Aicha, cittadina nella provincia di Taounate, aveva arrestato Mohamed El Baladi (a destra) con l’accusa di conversione al cristianesimo e di aver tentato di diffondere la fede cristiana tra i giovani nel suo villaggio, Ain Aicha. Dall’inizio del processo, El Baladi aveva sempre difeso il suo diritto ad abbracciare la fede cristiana. La Costituzione marocchina garantisce la libertà religiosa, ma ogni tentativo di proselitismo religioso è punito secondo il codice penale del paese. Ai sensi dell’articolo 220 del codice penale marocchino, infatti, chi fa proselitismo rischia «da sei mesi a tre anni di prigione e una multa da 100 a 500 dirham» per l’utilizzo di «mezzi di seduzione al fine di convertire un musulmano a un’altra religione» , sia «sfruttando la sua debolezza o la sua necessità, o utilizzando per questi scopi istruzione, sanità, asili e istituzioni». Il Consiglio Superiore del Marocco di studiosi religiosi, l’unica istituzione che possa indire fatwa nel regno ha chiesto la «pena di morte per i musulmani che rinuncino alla propria fede». Ad esempio, dopo aver ammesso la propria incapacità a diffondere «il messaggio di Cristo» nel regno marocchino, i missionari cristiani hanno usato Facebook per distribuire più di 30mila Bibbie tradotte in Darija, l’arabo marocchino, nel tentativo di fare proselitismo tra i marocchini per convertirsi al cristianesimo. Secondo l’International Religious Freedom 2012, report del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, la comunità cristiana, sia cattolica e protestante, in Marocco «è costituita da circa 5.000 praticanti , anche se il clero cattolico e il protestante stimano che il numero sia più alto: 25mila».