In difesa dei marò/6

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ITALIA – Roma, 12/02/14. Portiamo via i militari dalle missioni all’estero, è l’unica cosa di buon senso che l’Italia possa fare. Visto che i suoi militari in India sono considerati “terroristi”. Lo dobbiamo fare soprattutto alla luce di quanto dichiarato da Ban Kimoon, segretario generale dell’ONU.

Perché spendere i soldi degli italiani per andare in supporto a missioni dove l’Italia non è considerata in maniera paritetica. Il segretario generale ha detto: «È meglio che la questione venga affrontata bilateralmente piuttosto che con il coinvolgimento dell’Onu»: ha detto il segretario generale Ban Kimoon, dopo che il ministro degli esteri, Emma Bonino, aveva chiesto a Sebastiano Cardi, ambasciatore all’Onu, di fare dei passi con l’Alto commissariato per i Diritti umani delle Nazioni Unite. L’Italia chiedeva di valutare se ci siano gli estremi per procedere «per violazione dei diritti umani, per quanto riguarda la mancanza di un capo di imputazione per i fucilieri di Marina da parte dell’India dopo due anni, accompagnata da una restrizione della libertà». Fonte repubblica.it

A questo punto se la questione è bilaterale, va detto alla NATO che la questione libanese non riguarda l’Italia, è una questione bilaterale di altri Paesi.
Portiamo a casa i marò italiani è un dovere nei confronti del popolo italiano. E se l’India non riconosce i trattati internazionali vanno interrotte le relazioni diplomatiche fino a che l’India non intende rispettarli.
Per una volta ci piacerebbe che il Governo Italiano, compatto e unito, lottasse per le sue donne e i suoi uomini che sono disponibili a morire per questo paese. E in cambio l’Italia cosa fa? Ora la parola spetta all’Italia ed è ora di alzare i toni della conversazione. Altrimenti l’accusa infamante per i nostri militari, tutti, è che sono terroristi.