KOSOVO. Liberalizzazione dei visti per l’UE

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L’atto finale è stato raggiunto, la firma sulla liberalizzazione dei visti per i cittadini del Kosovo è arrivata dopo lunghi mesi di discussioni e iter procedurali da parte delle istituzioni europee. Da gennaio 2024 i kosovari saranno esenti dal visto nell’area UE, cosicché l’intera regione dei Balcani occidentali avrà un quadro di visti simile per l’area Schengen.

Questo momento rappresenta una svolta ed un primo passo verso l’integrazione europea. Il prossimo è l’adesione al Consiglio d’Europa, ma la strada è più in salita e meno certa. La liberalizzazione dei visti per i kosovari è stato un tema caldo al centro dell’attenzione mediatica locale che internazionale, con molti Paesi che si sono schierati a favore, ma altri, in primis la Serbia ha sempre criticato questo processo e si è opposta con veemenza. Già nel settembre 2022 al vertice di Brdo-Brijuni in Slovenia, sebbene vi erano stati disaccordi tanto che la dichiarazione congiunta dei presidenti della regione non è stata approvata, ciononostante è stato dato via libera alla conclusione sulla liberalizzazione dei visti per il Kosovo. Subito dopo era giunta la notizia da fonti diplomatiche Ue che questo procedimento sarebbe stato all’ordine del giorno del gruppo di lavoro del Consiglio europeo a metà ottobre, poiché questo rifletteva il desiderio che la presidenza ceca di turno dell’UE aveva espresso, ovvero che tutti gli Stati membri dell’UE raggiungessero un consenso interno.

Nel primo vertice di Praga della Comunità politica europea ad ottobre, anche il presidente del Kosovo, Vjosa Osmani ha partecipato affermando che quel vertice «informale è una nuova importante piattaforma europea, e che solo uniti si possono affrontare le sfide», e che la Commissione Europea aveva inviato una riconferma a tutti i Paesi membri dell’UE sui criteri per la liberalizzazione dei visti, valutando le riforme intraprese in un anno e mezzo, nella speranza ed auspicio che la tale questione si potesse realizzare il prima possibile.

La stessa Osmani in un’altra occasione, con il presidente della commissione per la politica estera del parlamento portoghese, era tornata sull’argomento affermando che la Commissione europea ha raccomandato la revoca dei visti poiché il Kosovo ha soddisfatto tutti i criteri e che l’entrata in vigore della liberalizzazione dei visti non deve rimanere ostaggio di aspetti tecnici, ringraziando il Portogallo per il sostegno. Questo tema richiedeva una rapida soluzione, infatti era stato l’argomento principale della discussione sull’agenda europea del Kosovo, presso la Commissione per l’integrazione europea, che comprendeva ambasciatori accreditati in Kosovo che avevano offerto il loro sostegno in merito alla questione.

A riguardo era intervenuto anche il Presidente dell’Assemblea, Glauk Konjufca, ricevendo l’ambasciatore di Francia, Olivier Guérot, aveva sostenuto che il Kosovo si aspettava il sostegno francese per la liberalizzazione dei visti poiché tutti i criteri richiesti erano già stati soddisfatti.

Guérot in seguito aveva anche discusso con i parlamentari della commissione per gli affari esteri e la diaspora e il presidente della commissione, Haki Abazi, aveva affermato che c’era speranza che entro la fine dell’anno ci sarebbe stata una risposta positiva in merito al processo di liberalizzazione dei visti. Questo è si avvenuto ma in un tempo più lungo. Nuovamente anche a novembre, l’ambasciatore francese Guerot aveva espresso il pieno sostegno della Francia alla liberalizzazione dei visti, sottolineando che vi erano alcune questioni che vengono discusse a livello tecnico nell’UE. Inoltre, gli Stati membri dell’UE alla riunione del gruppo di lavoro sui visti hanno allineato le loro posizioni attorno a un compromesso, secondo il quale sarebbe stata approvata la decisione, che entrerebbe in vigore il 1° novembre 2023, quando avviare l’attuazione del sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi (ETIAS).

Alla fine del 2022, nel dicembre, una nuova evoluzione del lungo processo. Gli ambasciatori dei paesi membri dell’UE hanno concordato di dare mandato al Consiglio europeo di negoziare con il Parlamento europeo il processo di liberalizzazione dei visti per il Kosovo. Secondo la decisione, la circolazione senza visto per i cittadini del Kosovo sarà possibile quando entrerà in vigore il sistema di viaggio europeo ETIAS, ovvero il 1° novembre 2023 come detto. Le reazioni politiche non sono mancate. Se da una parte il primo ministro del Kosovo, Albin Kurti, accoglieva con favore la posizione degli Stati membri dell’UE, anche se in ritardo, in merito al processo di liberalizzazione, aggiungendo che la decisione è il riconoscimento e la conferma dell’impegno per lo stato di diritto, la lotta alla corruzione, il rafforzamento del controllo delle frontiere e la gestione della migrazione; dall’altra il ministro degli Esteri della Serbia, Ivica Dacic, aveva detto che la liberalizzazione dei visti per il Kosovo è un brutto, pessimo messaggio perché mostra che i doppi standard sono molto presenti per Belgrado valutando che «Pristina viene costantemente premiata per le sue mosse non costruttive e unilaterali, mentre minaccia chi ha ragione come la Serbia».

Nelle istituzioni europee vi era stato poi anche un altro importante incontro: il presidente del Partito democratico del Kosovo, Memli Krasniqi, a Bruxelles ha colloquiato con l’eurodeputata Viola von Cramon, relatrice per il Kosovo al Parlamento europeo, sugli sviluppi nella regione, con particolare attenzione al Kosovo e all’attuale situazione nel paese; inoltre ha aggiunto che la liberalizzazione dei visti dovrebbe essere fatta rapidamente e senza condizioni aggiuntive. Posizione più al centro ed opportunista l’ha presa la Spagna. Infatti, il suo rappresentante per l’UE, Pascual Navarro, aveva annunciato che il Paese non avrebbe sostenuto la domanda di adesione del Kosovo all’UE, poiché si oppone, con la motivazione che la Spagna non riconosce il Kosovo, quindi voterà contro qualsiasi decisione procedurale e la concessione dello status di candidato al Kosovo. Tuttavia, Navarro affermava che il governo spagnolo “ha un atteggiamento costruttivo” nei confronti dei Balcani occidentali, sostiene il dialogo e infine la liberalizzazione dei visti.

Il 2023 è iniziato con una notizia molto promettente e positiva per il Kosovo, poiché la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo ha detto sì alla liberalizzazione dei visti per il Kosovo. I membri del Comitato hanno votato a favore della libera circolazione dei cittadini del Kosovo, con 48 voti favorevoli, 7 contrari e 3 astenuti. Il premier Kurti sulla questione annunciando che i viaggi senza visto saranno nel 2024. Si era anche spinto oltre, con l’affermazione che c’è sostegno all’adesione al Consiglio d’Europa e che faranno domanda anche per l’adesione alla NATO. Successivamente, lo scorso mese, a marzo, si è riunito il Consiglio dei ministri dell’UE con all’ordine del giorno la prima lettura dell’approvazione della liberalizzazione dei visti per il Kosovo. Lo ha annunciato Demush Shasha, che è il direttore del Kosovo Institute for European Policies, sostenendo «il che significa che il consenso all’interno di tutti i Paesi membri è stato raggiunto a livello politico».

Il premier Kurti ha anche incontrato il presidente della commissione LIBE per Libertà civili, giustizia e affari interni al Parlamento Europeo Lopez Aguilar. Gli argomenti di discussione sono stati gli ultimi sviluppi, il governo biennale, le riforme del sistema giudiziario, lo stato di diritto e la liberalizzazione dei visti per i cittadini del Kosovo, esprimendo la sua gratitudine per il sostegno che la commissione LIBE ha dato finora e si aspettava che il Parlamento europeo tenesse presto le ultime due votazioni nell’ambito di questo processo. Reazioni sono giunte anche dall’Albania, dove il Presidente della Repubblica Begaj si è congratulato per la decisione del Consiglio dell’UE sulla libera circolazione dei cittadini del Kosovo, esprimendo che la decisione è pienamente meritata e aveva auspicato che il processo di liberalizzazione dei visti venisse chiuso il prima possibile, in modo che i cittadini del Kosovo si potessero sentire uguali agli altri cittadini dei Balcani Occidentali.

Il periodo è particolarmente favorevole al Kosovo poiché incassa anche il continuo supporto della presidenza svedese di turno dell’UE, grande sostenitrice del processo di liberalizzazione dei visti, per i processi d’integrazione europea. Grazie anche a questo, l’iter è poi proseguito in maniera più spedita e rapita, con la Commissione LIBE che ha approvato ancora una volta la decisione sulla liberalizzazione dei visti. Tanto è vero che ci si aspettava che sia ad aprile, e infine a maggio, si sarebbe dovuto approvare nella sessione plenaria del Parlamento europeo. Invece, il processo si è concluso già nella seconda metà di aprile. Infatti, la definitiva decisione sulla liberalizzazione dei visti è arriva dal parlamento europeo, quindi i cittadini da gennaio 2024 potranno entrare in UE senza richiedere preventivamente il visto, la cui revoca è prevista dal 1° gennaio 2024. Il 19 aprile è stato firmato l’atto giuridico dalla presidente del Parlamento europeo Metsola e dal ministro della Svezia Roswall che rappresenta il Consiglio dell’UE. L’eurodeputato Reuten ha affermato che con questa decisione si pone fine ad anni di ingiustizie nei confronti del Kosovo. Il vice primo ministro Bislimi ha sostenuto che la liberalizzazione dei visti avvicinerà il Kosovo all’UE e che il Paese è pronto per i prossimi passi dell’integrazione. Contro questa decisione si è schierato il presidente della RS Dodik dichiarando che la BiH non avrà la liberalizzazione dei visti con il Kosovo. Infine, l’ambasciatore svedese Westerlund alla commissione per gli affari esteri e la diaspora ha confermato il continuo sostegno della Svezia al Kosovo nei processi di integrazione europea, in particolare nell’adesione al Consiglio d’Europa e sta anche lavorando all’esame della domanda del Kosovo per ottenere lo status di Paese candidato all’adesione all’UE.

Paolo Romano

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