AMBIENTE. Oltre la guerra, anche il caldo estremo blocca la produzione di cereali UE

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Il caldo estremo e la siccità in diversi Paesi europei hanno ridotto le previsioni per i raccolti di quest’anno. Oltre alle perturbazioni dei mercati cerealicoli globali causate dalla guerra in Ucraina, ciò si aggiunge ai timori di carenza nei Paesi che dipendono dalle importazioni e si prevede un ulteriore aumento dei prezzi. L’edizione di luglio 2022 del JRC MARS Bulletin , pubblicato dal Centro comunitario di ricerca dell’Ue, ha dichiarato che le previsioni di resa per le colture estive dell’Ue sono state “sostanzialmente ridotte”, a causa delle «condizioni climatiche calde e/o secche in gran parte dell’Europa».

Questo include le colture di alcuni membri orientali dell’Ue, in particolare la Romania settentrionale, l’Ungheria orientale e l’Ucraina occidentale e meridionale, che hanno sofferto di siccità e temperature molto elevate con un “forte impatto negativo” sulle colture estive, riporta BneIntellinews.

Gli agricoltori rumeni, nel frattempo, hanno stimato che il raccolto di grano del Paese diminuirà quest’anno del 25% rispetto all’anno precedente, scendendo a 9 milioni di tonnellate a causa della siccità, come riportato da Ziarul Financiar. La Romania produce circa il 10% del grano dell’Ue e di gestisce un quarto delle sue esportazioni.

Anche la Croazia, la Slovenia e la Slovacchia orientale hanno registrato un deficit di precipitazioni che, insieme alle ondate di calore di luglio, hanno ridotto il riempimento dei chicchi delle colture invernali e dell’orzo primaverile, con un impatto negativo sulle rese previste.

Altre aree problematiche sono state parti della Spagna, della Francia meridionale, dell’Italia centrale e settentrionale e della Germania centrale. Più di recente, ampie zone della Repubblica Ceca sono state devastate dagli incendi.

Complessivamente, questo ha portato il Ccr a ridurre le previsioni per le rese cerealicole totali del 2,2% rispetto alle previsioni del giugno 2022, portandole al 2,1% al di sotto della media quinquennale. Rispetto a giugno, le previsioni di resa per il mais da granella, i girasoli e la soia hanno registrato le riduzioni più consistenti, comprese tra l’8% e il 9%, attestandosi ora ben al di sotto della media quinquennale. D’altra parte, il Ccr ha riportato condizioni particolarmente favorevoli nella regione del Mar Baltico, in Irlanda e in Scandinavia.

La produzione di girasole, inferiore alle aspettative, rappresenta un ulteriore problema, in quanto l’Ucraina è uno dei principali produttori. Alcuni Stati avevano già introdotto limitazioni alle esportazioni di olio di girasole in seguito all’invasione russa.

Lucia Giannini