
Le proteste contro il governo militare della Guinea e la sua gestione dei piani per il ritorno alla democrazia hanno bloccato la capitale e gli organizzatori hanno dichiarato che una persona è stata uccisa. Il Fronte Nazionale per la Difesa della Costituzione, Fndc, ha dichiarato che una persona è morta dopo essere stata colpita da un proiettile nel sobborgo di Hamdallaye a Conakry e che diverse altre sono rimaste ferite durante le proteste di giovedì scorso.
L’Fndc è una coalizione politica che ha indetto le manifestazioni la scorsa settimana per condannare la “gestione unilaterale” del ritorno al governo civile da parte dei militari dopo la presa del potere nel 2021. Anche l’ex partito di governo Rally for the Guinean People e l’Alleanza Nazionale per il Cambiamento e la Democrazia, un’altra coalizione di partiti e associazioni, hanno invitato i loro sostenitori a partecipare alle manifestazioni, riporta Al Jazeera.
L’Fndc ha accusato i leader militari di “rifiutare sistematicamente” di instaurare un “dialogo credibile” per definire i termini della transizione. Il colonnello Mamady Doumbouya ha prestato giuramento come presidente ad interim lo scorso ottobre dopo aver guidato il colpo di stato contro il presidente Alpha Conde, il cui tentativo di estendere il suo potere per un terzo mandato ha scatenato un diffuso malcontento. Doumbouya ha dichiarato che la missione della sua amministrazione è quella di “rifondare lo Stato” attraverso la stesura di una nuova costituzione, la lotta alla corruzione, la riforma del sistema elettorale e l’organizzazione di elezioni “libere, credibili e trasparenti”.
Il 28 luglio, il presidente dell’Ecowas Umaro Sissoco Embalo ha dichiarato di aver convinto i militari ad accelerare il ritorno alla democrazia: «Sono stato a Conakry con il presidente della commissione dell’Ecowas per far capire alla giunta militare la decisione del vertice dei capi di Stato secondo cui la transizione non può superare i 24 mesi (…) Avevano proposto 36 mesi, ma siamo riusciti a convincerli», ha detto Embalo, parlando insieme al presidente francese Emmanuel Macron durante un briefing a Bissau.
Ousmane Gaoual Diallo, ministro guineano e portavoce dell’amministrazione di transizione, ha detto che «né il governo né la presidenza confermano queste informazioni sulla durata della transizione in Guinea», riporta Afp.
Lo scorso 28 luglio sono scoppiati scontri tra giovani manifestanti e polizia in diverse aree della capitale considerate roccaforti dell’opposizione. I manifestanti hanno eretto barricate e bruciato pneumatici, mentre la polizia ha sparato gas lacrimogeni per disperdere gruppi che lanciavano pietre.
La maggior parte delle zone del centro città è rimasta calma, ma l’attività si è comunque fermata.
A maggio le autorità militari hanno vietato qualsiasi manifestazione pubblica che potesse essere interpretata come una minaccia per l’ordine pubblico. L’Fndc aveva annunciato proteste per il 23 giugno, ma poi le ha annullate, indicando di essere pronto a dare una “possibilità” all’amministrazione di transizione e ad avviare il dialogo.
Ma dopo un incontro definito una farsa, ha deciso di passare all’azione condannando la «condotta solitaria e autoritaria della transizione» e i suoi »gravi attacchi ai diritti e alle libertà fondamentali».
Luigi Medici