Ucraina vista da Doha

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QATAR – Doha. 30/04/14. L’agenzia di stampa del Qatar Qna.org.qa, ha pubblicato un interessante rapporto secondo cui dopo 66 anni, Sergei Ryabkov, vice ministro degli Esteri russo, ha riutilizzato un termine caro a Winston Churchill “cortina di ferro”, ma non nello stesso senso in cui lo utilizzava il primo ministro inglese: «politica di separazione tra comunismo e capitalismo occidentale in Europa».

Il viceministro Ryabkov ha infatti definito la nuova “cortina di ferro” le sanzioni occidentali guidate dagli Stati Uniti per via della situazione in Ucraina. La Nato nel frattempo ha già detto di essere pronta a invocare l’art. 5 del Tratto NATO per proteggere i propri alleati.
Ma per tornare alle parole di Rybakov: «Le sanzioni degli Stati Uniti contro il suo paese non rimarranno senza una risposta» lo ha detto in un comunicato mandato in onda dal canale di “Russia Today”. Secondo il comunicato la risposta russa sarà “dolorosa” per gli Stati Uniti. Gli Stati Uniti hanno imposto da lunedì ulteriori sanzioni a sette funzionari russi e 17 aziende che sono in stretto contatto con il presidente russo Vladimir Putin, con l’obiettivo di punire Mosca per quelle che ha definito «attività provocatorie» in Ucraina, e ha sottolineato che Washington chiederà licenze e permessi speciali per alcune delle esportazioni russe di alta tecnologia, che può essere utilizzata in dual use: civile/ militare. Fonte Casa Bianca.
Mentre il quotidiano statunitense “Washington Post” ha indicato i nomi dei funzionari russi che subiranno le sanzioni e a cui sono stati negati i visti per entrare nel territorio degli Stati Uniti: Oleg Aafjnevich inviato del presidente Putin in Crimea e membro del Consiglio di sicurezza russo, Sergei Chemezov, direttore generale della compagnia aerea russa di proprietà dello Stato, Dmitry Kozak, Vice Primo Ministro, e il direttore del Dipartimento della Protezione dell’esercito federale russo, Yevgeny Alksevi; e ancora Alexei Pushkov presidente della commissione affari internazionali della Duma (parlamento), e il CEO Igor Sechin di Rosneft compagnia di petrolio di stato, e Vyacheslav Volodin, vice capo dello staff della presidenza russa. Tra le società a cui sono state imposte le sanzioni “Banca Severny Morschew”, “Banca Invest Capital”, “Tranzsoel”, “gruppo Volga Resources”, “Banca C o B”, “Banca supina”, “Zeist Lessing”. Il New York Times ha aggiunto, alle informazioni del WP, il fatto che tra quei nomi ci sono 4 miliardari che controllano le “articolazioni dell’economia russa”, in particolare dei trasporti e del petrolio. E ancora la testata della “grande mela” afferma: «Se questi personaggi e aziende sono stati selezionati dall’amministrazione statunitense per le sanzioni vuol dire che si vuole inviare un messaggio chiaro al presidente russo, Vladimir Putin: si tratta di disposizioni che avran un effetto nel lungo termine a meno che la Russia non rinunci alle sue politiche espansionistiche verso l’Ucraina».
Anche l’Unione europea ha deciso di imporre sanzioni su altre15 persone influenti e questi personaggi sono esposti alle stesse sanzioni inflitte a già ad altri 50 altri, sanzioni che vanno dal divieto di viaggio al congelamento dei beni.

Da ieri i nomi sono stati pubblicati sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea in cui si legge che i provvedimenti sono stati presi verso quelle persone considerate «responsabili degli atti che minacciano l’integrità territoriale dell’Ucraina, la sovranità e l’indipendenza, compresi i leader dei gruppi separatisti nella parte orientale dell’Ucraina», e l’elenco comprende anche il capo dell’esercito russo e direttore dell’intelligence militare. Il Giappone ha emanato le sue disposizioni, sanzioni come il divieto di soggiorno sul territorio giapponese per 23 persone. Il ministro degli Esteri Fumio Kishida, ha espresso la sua preoccupazione per via «delle continue azioni russe che violano la sovranità dell’Ucraina e l’integrità territoriale, compresa l’annessione della Crimea». Il Canada ha sanzionato 2 persone, a darne notizia il primo ministro Stephen Harper, disposizioni che si vanno ad aggiungere a quelle già prese verso altre 9 persone, lo si legge in un comunicato diffuso dall’Ufficio del Primo Ministro, i nomi usciranno nei prossimi giorni.

Puntin però può contare su un anello debole della catena, l’Unione europea che compra un terzo del suo gas e petrolio da Mosca. L’Ue dunque deve sbrigarsi a trovare un fornitore alternativo di gas e petrolio altrimenti dovrà scendere a miti consigli. A pensare ad una soluzione “alternativa”, ci avrebbe pensato l’Inghilterra.

La crisi del gas e del petrolio secondo il ministro degli Interni britannico Theresa May, sarà il motore che contribuirà alla creazione di un nuovo modo di fare politica in seno all’Unione europea. Facendo riferimento alla comunità internazionale attraverso un sistema comune di scambi atti a prevenire l’esposizione delle nostre società e delle nostre economie aperte allo sfruttamento da parte di individui corrotti per riciclare e nascondere il denaro rubato come spesso accade nei Paesi in via di sviluppo. Il procuratore generale dell’Ucraina, ha detto che il suo paese ha individuato almeno 2.180.000.000 € di beni rubati e che il valore totale dei beni sottratti potrebbe raggiungere decine di miliardi di dollari. Combattere i reati finanziari, secondo il ministro britannico porterebbe a una grande apertura di un’inchiesta in materia antiriciclaggio partendo proprio dalle accuse per corruzione in Ucraina.