MYANMAR. Naypyidaw presenta alla CIG il documento sui rohingya

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La scorsa settimana, il 23 maggio per la precisione, il Myanmar ha confermato di aver presentato un rapporto alla Corte internazionale di giustizia, Cig, sulla prevenzione di ulteriori atti di genocidio contro la minoranza musulmana rohingya del paese e sulla conservazione delle prove della campagna di genocidio degli ultimi anni. A gennaio, l’alta corte dell’Onu ha emesso un’ordinanza provvisoria che chiede al Myanmar di attuare alcune misure preventive contro il genocidio della comunità rohingya nello stato occidentale di Rakhine.

A proposito del rapporto di conformità del Myanmar, il 23 maggio, il ministero degli Esteri del Myanmar ha annunciato di averlo presentato, riporta Anadolu. Il rapporto si basa su tre direttive emanate dall’ufficio del presidente questo aprile in risposta all’ordine della Cig.

Win Myint, il presidente del Myanmar, ha ordinato al governo regionale e ai militari di non rimuovere o distruggere le prove di un genocidio, mentre deve impedire a chiunque e a tutti i gruppi di commettere atti di genocidio, oltre a prevenire l’incitamento e i discorsi di odio contro i rohingya.

I rohingya, descritti dall’Onu come il popolo più perseguitato del mondo, hanno dovuto far fronte a timori di attacchi sempre maggiori da quando, nel 2012, decine di persone sono state uccise durante una campagna militare nell’area da loro occupata.

Secondo Amnesty International, più di 750 mila rifugiati rohingya, per lo più donne e bambini, sono fuggiti dal Myanmar e sono entrati nel vicino Bangladesh dopo che le forze del Myanmar hanno lanciato una forte repressione sulla comunità musulmana minoritaria nell’agosto 2017, spingendo il numero dei perseguitati in Bangladesh oltre 1,2 milioni.

Dal 25 agosto 2017, secondo un rapporto dell’Agenzia internazionale per lo sviluppo dell’Ontario, Oida, quasi 24mila musulmani rohingya sono stati uccisi dalle forze statali del Myanmar.

Più di 34mila rohingya sono stati anche vittime di roghi, mentre oltre 114mila altri sono stati sottoposti a violenze fisiche, si legge nel rapporto Oida, intitolato Forced Migration of Rohingya: The Untold Experience.

Ben 18.000 donne e ragazze Rohingya sono state violentate dall’esercito e dalla polizia del Myanmar e oltre 115.000 case Rohingya sono state bruciate, mentre altre 113.000 sono state vandalizzate.

Maddalena Ingroia