Iraq. Struttura bancaria strozzata

121

IRAQ – Baghdad. Le banche private irachene hanno quasi del tutto abbandonato le loro funzioni tradizionali, come la concessione di prestiti, credito et similia, a causa di rischi di default. Al contrario,  partecipano su base regolare alle aste di valuta regolarmente effettuate dalla Banca centrale irachena.

Per saperne di più le banche esigono garanzie esagerate per la concessione di prestiti agli investitori locali, per timore di default sui pagamenti. Secondo gli esperti bancari, il valore di alcuni prestiti non coprono più del 40% delle garanziebancarie creando di fatto una diminuzione sensibile nel numero dei prestiti effettuati.

La mancanza di fiducia nelle banche locali a capitale privato ha contribuito alla loro riluttanza ad entrare nel mercato più ampio.

Gli intermediari bancari affermano che le banche a capitale privato hanno chiusi – o scelto di non aprire – filiali nelle province irachene decidendo di limitare le proprie attività ai loro rami principali a Baghdad, proprio per la scarsa volontà ad impegnarsi in operazioni bancarie vere e proprie.

Su un totale di 23 banche a capitale privato che operano in Iraq, solo due si trovano nella città di Erbil e una a Mosul, mentre 20 si trovano a Baghdad.

Secondo la stesa fonte, queste banche acquistano valuta forte per i loro clienti, spesso parenti dei proprietari, dalla banca centrale per finanziare il proprio commercio interno ed esterno, in modo da raccogliere profitti che compenseranno comunque la necessità d’impegnarsi in attività bancarie tipiche come erogare prestiti, fornire credito, ecc.

Dal 2004, la Banca centrale irachena offre dollari Usa ai mercati iracheni, attraverso aste dirette, al fine di preservare la stabilità del dinaro iracheno nei confronti delle valute estere.

Il vice presidente della Commissione Finanze del parlamento iracheno, Ahmed Hassan Faizullah, ha detto che «Le banche a capitale privato sanno solo vivere di vendite in valuta estera».

Faizullah ha poi aggiunto: «Ho chiesto ad uno dei gestori delle banche private la ragione che sta dietro al fatto che la sua banca limiti la sua attività ad acquistare dollari all’asta della banca centrale ed il loro trasferimento verso clienti specifici per coprire le loro attività commerciali. La sua risposta è stata che è un lavoro facile con profitti garantiti».

Molte delle banche private detenute irachene sono di proprietà di uomini d’affari provenienti da famiglie di grandi dimensioni. Secondo quanto affermato dagli intermediari bancari, la maggior parte dei clienti di quelle banche a capitale privato o sono membri del consiglio o vi sono molto vicini; secondo loro, le imprese familiari sono le “ultime arrivate” nel sistema bancario del Paese perché non hanno bisogno di garanzie per espandere la propria sfera di attività. Le banche però temono insolvenze sui prestiti concessi agli investitori privati, in quanto non vi è nulla a proteggerle, dato l’elevato rischio di credito nel mercato iracheno.

La Banca centrale di fatto supervisiona e controlla l’attività delle banche a capitale privato; il settore pubblico iracheno non aveva e non ha alcun interesse, però, a controllare il lavoro di queste banche, che spiega perché la Banca centrale abbia trascurato questo aspetto del proprio lavoro, che si sarebbe potuto svolgere in modo più efficace.