I primi 30 giorni di Modi

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INDIA – Nuova Delhi 28/06/2014. I primi 30 giorni di governo di Narendra Modi segnano un avvio al fulmicotone e un programma d’azione.

Forte accentramento e rivitalizzazione economica sono i caratteri esposti in campagna elettorale cui si sono aggiunte iniziative di alto profilo in politica estera. Il partito di Modi, riporta South Asia Hand, ha una maggioranza parlamentare, anche senza avere alleati, e così ha avuto una “mano più libera” rispetto ad altri governi di coalizione. Inoltre, il governo è più piccolo: 45 ministri (76 nel governo precedente). Il nuovo governo indiano sarà fortemente centralizzato, nella direzione politica del primo ministro. Modi ha chiarito che andavano seguite le priorità stabilite durante la campagna elettorale: economia, e-governance, efficienza, infrastrutture. Il vero banco di prova arriverà ai primi di luglio, quando presenterà il suo primo bilancio. Le consultazioni pre-budget sono già in corso. La stampa indiana si attende parecchio e prevede l’inserimento di una tassa armonizzata sui Beni e Servizi in tutto il paese. Attraverso il meccanismo dello spoil system, il Bjp ha chiesto le dimissioni dei governatori nominati durante il precedente governo, in particolare quelli con stretti legami politici col partito del Congresso, tanto per chiarire che Modi ha intenzione di esercitare un controllo molto dettagliato sulla macchina statale. Gli investimenti esteri diretti sono aumentato dell’8 per cento rispetto all’anno precedente; investimenti istituzionali esteri nel corso del primo trimestre del 2014 hanno raggiunto i 10 miliardi di dollari. E il governo intende operare sul settore dell’inflazione interna. In politica estera mosse Modi ha inviato due messaggi: sottolineare il suo impegno per il primato dell’India nella regione, avvantaggiando sia l’India che i suoi vicini (si veda l’invito ai leader della regione per il suo insediamento), cui va unita una forte spinta nel rilanciare le relazioni con le maggiori potenze mondiali (si veda l’apertura con gli Usa). Due, secondo il giornale, sono le sfide interne ed esterne: la questione deluso tatuato speciale delle regioni Jammu e Kashmir; la scarsa maggioranza alla camera alta del parlamento indiano, unita alla indisciplina di partito.