Allarme rosso Yemen

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YEMEN – Sanaa 08/02/2104. Scontri e tensioni si sono acutizzate nello Yemen.

Il 6 febbraio centinaia di giovani yemeniti hanno protestato contro il governo chiedendo di non considerare le offerte sul gas di imprese estere, tra cui la francese Total, perché lesive nei confronti dello Yemen: i prezzi sarebbero notevolmente inferiori a quelli di mercato. Riporta il quotidiano Arab News  che i giovani urlavano slogan come «Total fuori dallo Yemen! Il gas è nostro», fuori dalla residenza a Sanaa del presidente Abdu Rabbo Mansour Hadi.

«Dal nord al sud del paese, dobbiamo recuperare il gas rubato», ha urlato la manifestazione. I giovani hanno chiesto che Hadi annulli gli accordi firmati nel 2005 dall’ex presidente Ali Abdullah Saleh, perché ottenuti grazie a tangenti e commissioni irragionevoli: «Hadi, abolire l’accordo sul gas sarebbe il tuo più grande risultato», scandivano i manifestanti all’indirizzo del presidente. Il gas naturale liquefatto «è venduto per 2 dollari, mentre I prezzi mondiali arrivano a più di 10» urlava la folla. Il Nobel per la pace yemenita Tawakkol Karman, organizzatore della manifestazione, ha accusato la Total di «rubare il gas yemenita», invitando la giustizia francese a «cercare prove della corruzione». 

Il giorno successivo, sono scoppiati nuovi scontri tra ribelli e tribù nei pressi della capitale. Lo ha annunciato il gruppo ribelle Ansarullah il giorno dopo le dimissioni del mediatore. I ribelli sono scesi dalla loro roccaforte nelle montagne nel nord e da Zaidi vicino Sanaa, riporta Al Akhbar, nel tentativo di espandere la loro zona autonoma dallo Yemen, ma hanno incontrato una forte resistenza dalle tribù leali alla coalizione Hashid e ai loro alleati islamisti di Islah. Il portavoce di Ansarullah, Mohammed Abdel Salam, ha detto che gli scontri sono avvenuti a nord di Arhab, a 35 chilometri dalla capitale e vicino all’aeroporto internazional; non è chiaro se ci siano state vittime. Una fonte tribale, riporta il quotidiano, ha anche detto che la tensione era alta nel distretto di Arhab, da quando il mediatore del governo, Abdel Qader Hilal, ha annunciato le sue dimissioni via Facebook nella notte del 6 febbraio. Hilal, incaricato dal presidente Abd – Rabbuh Mansour Hadi di porre termine al conflitto, ha accusato Ansarullah di non rispettare i termini di una tregua concordata in precedenza; Abdel Salam ha respinto l’accusa, dicendo che il mediatore dovrebbe riprendere la sua missione dopo aver parlato con i ribelli Huthi: «Ansarullah chiede garanzie di un ritiro simultaneo di entrambi i lati di Arhab, la neutralità dell’esercito e l’apertura di una strada che colleghi Omran e Sanaa attraverso Arhab»ha detto. Nella settimana precedente, i ribelli avevano occupato aree nella provincia settentrionale di Omran, lasciando più di 150 morti sul terreno e oltrepassando la base territoriale del clan al-Ahmar che guida la confederazione Hashid. Fonti di Sanaa, riporta al Akhbar, hanno rivelato che i gruppi rivali avevano cercato di guadagnare terreno prima della delimitazione delle province per la creazione di uno Yemen federale, così come concordato in un dialogo nazionale che si è concluso a fine gennaio. Ansarullah, che ha sede a Saada, vicino al confine con l’Arabia Saudita, ha detto che non stava cercando di espandere la sua area d’influenza: «Noi non intendiamo controllare Sanaa, dove i nostri sostenitori sono già presenti (…) ma se le forze ostili non fermano i loro attacchi ad Arhab, li dovremo cacciare dalla regione».