Riad e Doha si contendono Sanaa

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YEMEN – Sanaa 22/08/2013. La visita del presidente yemenita Abed Rabbo Mansour Hadi a Doha alla fine di luglio, giusto prima di andare a Washington, sta ad indicare che per la prima volta l’Arabia Saudita non è più il miglior giocatore sulla scena yemenita, come era dal 1960.

Un cambio di influenza di cui non deve sfuggire l’importanza, afferma al Monitor. 

Il Qatar sta attualmente svolgendo un importante ruolo politico nello Yemen.  Nel 2007 e nel 2008, il Qatar è stato l’influente mediatore nelle questioni yemenite: liniziativa del Qatar di porre fine alla guerra tra lo Stato e gli Houthi. Le rivoluzioni arabe del 2011 diedero al Qatar un’occasione d’oro per entrare pienamente nella mischia e di fornire abbondanti finanziamenti, copertura mediatica e sostegno politico per l’opposizione yemenita, che è per lo più composta dai Fratelli Musulmani. Il ministro degli Esteri del Qatar è stato il primo ad invitare l’ex presidente a dimettersi, una domanda a cui Saleh ha risposto, di fronte a una folla enorme di sostenitori, nel corso del suo discorso l’8 aprile 2011: «Deriviamo la nostra legittimità della resistenza del popolo yemenita, non dal Qatar, la cui iniziativa noi rifiutiamo». Questo porta a delle informazioni rivelate da Saleh ad Al Arabiya circa l’ex emiro del Qatar, Sheikh Hamad bin Khalifa Al Thani e il colonnello Gheddafi che chiedevano ad al Qaeda di smettere di combattere mentre invece volevano solo mediare. In questo modo, il Qatar è riuscito a penetrare gli affari politici yemeniti, ignorando tutte le regole precedentemente stabilite di azione politica, e dandosi la possibilità di influenzare notevolmente e pericolosamente gli affari yemeniti e sauditi.

Prima della visita di Hadi a Doha, la stampa saudita aveva indicato che lo storico alleato del Qatar, i Fratelli Musulmani, stavano facendo pressione su Hadi a visitare Doha. Ciò riflette l’insoddisfazione saudita delle visite di Hadi a Doha, così come segnala che il rapporto di Riad con i Fratelli Musulmani si era deteriorati e che il Qatar vi si stava sostituendo, prosegue al Monitor.

Ruolo del Qatar in Yemen può essere paragonato all’aria per respirare: i suoi effetti sono visibili senza che sia palpabile; il Qatar ha finanziato la creazione di una stazione televisiva yemenita affiliata ad una delle fazioni della Fratellanza Musulmana nello Yemen: il Canale della Gioventù dello Yemen.

Sembra che Doha sia risoluta a mantenere la sua alleanza con i Fratelli Musulmani in Yemen, seguendo le evidenti differenze di opinione che aveva con Riad riguardanti gli eventi in corso in Egitto, che hanno portato al loro rovesciamento. La presa di posizione saudita sull’Egitto ha rafforzato i loro legami con il Qatar, al punto in cui il premio Nobel e prominente attivista yemenita, Tawakkol Karman, che ha forti relazioni con Doha, è andato al Cairo il 4 agosto per sostenere i Fratelli Musulmani egiziani, ma è stato fermato dalle autorità egiziane e rispedito a Sanaa a bordo dello stesso aereo con cui era arrivato. In precedenza il giornalista di Al Jazeera a Sanaa, Ahmad al-shalafi, è stato rimandato in Yemen dopo aver seguito gli eventi di al-Adawiya. Più significativo ancora è il rapporto di Doha con la famiglia Ahmar, la più grande famiglia tribale in Yemen, e il più importante alleato storico che l’Arabia Saudita abbia in Yemen. Dopo che Al Jazeera ha evidenziato che Hamid al-Ahmar si opponeva al regime di Saleh, Hamid è stato considerato l’uomo del Qatar nello Yemen, come ha detto il quotidiano libanese Al-Akhbar. Quel che è certo, tuttavia, è che le forze tradizionali dei Fratelli Musulmani nella capitale del paese hanno mantenuto il loro rapporto con l’Arabia Saudita, mentre il Qatar ha ampliato le sue relazioni con le forze della Fratellanza Musulmana nelle zone centrali dello Yemen, Ta’izz, rafforzando i contatti con le personalità islamiche. Questi, contrariamente a membri dei Fratelli Musulmani nella capitale, non hanno mai avuto stretti e storici rapporti con l’Arabia Saudita. Media qatarini e sauditi, prosegue al Monitor, si sono scontrati nelle inchieste, come quando i media sauditi hanno rivelato informazioni circa le figure dei Fratelli Musulmani fedeli al Qatar che avrebbero assunto decine di migliaia di soldati di leva dell’esercito yemenita e dele forze di sicurezza negli anni precedenti le rivoluzioni del 2011. O quando, di fatto, il Qatar stesse dietro il finanziamento della Congregazione yemenita per la riforma, braccio politico dei Fratelli Musulmani yemeniti e il più grande partito della coalizione. Lo Yemen forse non ha una grande importanza per Doha, ma la sua posizione geografica, sul confine meridionale dell’Arabia Saudita, e il suo essere un arena per molti degli eventi che si verificano nella regione, spiega il livello di attenzione che Doha sta dando Sanaa. Il Qatar sa che la politica dell’Arabia Saudita in Yemen prevede l’uso di tutti i mezzi a disposizione, perché lo Yemen è il paese che più può colpire la sua sicurezza. Doha sembra aver approfittato della incapacità di Riad di gestire con successo il dossier yemenita. 

Oggi, Doha, Riad, Teheran e Ankara competono per la supremazia in Yemen, privo di qualsiasi agenda nazionale significativa. Questa non è una novità per lo Yemen: la differenza questa volta è però la presenza di alcuni giocatori nuovi e potenti, il Qatar è uno di loro.