YEMEN. La guerra dimenticata prosegue terribile all’ombra della pandemia

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Gli Houthi il 10 marzo hanno preso alcune aree strategiche nel governatorato di Marib, adiacente alla capitale Sanaa, dopo importanti battaglie con le forze del governo yemenita, riporta Al-Hurra.

La settimana precedente, gli Houthi hanno preso la città strategica di Al-Hazm, la capitale del governatorato di Al-Jawf. Sul fronte di al-Hazm, con la liberazione della città omonima e la continuazione delle operazioni di AnsarAllah e dei Comitati popolari verso la base militare di al-Labanat, la coalizione saudita ha di fatto perso le sue leve per ulteriori e possibili operazioni future verso le province di Saadah e Amran; e, cosa ancora più importante, la sicurezza delle posizioni della coalizione saudita nella provincia di Marib è diminuita drasticamente, riporta Iswnwes.

Gli Houthis sono stati in grado di sgombrare aree strategiche nel distretto di Sirwah, ad ovest della città di Marib, e di prendere poi il controllo della città di Tabab Al-Bara, il che ha portato a rafforzare i controlli sulle colline strategiche di Tala Hamra, riporta Memo.

La coalizione guidata dall’Arabia Saudita ha lanciato dieci attacchi aerei sulla strategica Jabal Heelan (Monte Heelan) nella direzione di Sarawah, nel tentativo di impedire agli Houthi di catturarla. Controllando la maggior parte del governatorato e dei suoi direttorati, Marib diventa il terzo governatorato yemenita adiacente all’Arabia Saudita ad essere controllato dalle forze Houthi dopo le province di Saada e Hajjah.

Il governatorato di Marib ha una grande importanza strategica per l’Arabia Saudita e gli Houthi. L’Arabia Saudita ha usato il governatorato di Marib per lanciare attacchi aerei contro specifici obiettivi Houthi a Sana’a mentre il gruppo vuole usarlo per avvicinarsi al governatorato di confine di Al-Jawf che porterebbe i loro droni e missili vicino ai loro obiettivi in Arabia Saudita. 

La coalizione saudita ha quindi bloccato il ritorno dei leader separatisti del sud nella città di Aden, il 12 marzo. Nel 2019, il Consiglio di Transizione del Sud separatista, sostenuto dagli Emirati Arabi Uniti, che cerca l’autodeterminazione nel Sud, si è rivoltato contro il governo di Hadi e ha occupato Aden, scatenando scontri più ampi che hanno aperto un nuovo fronte di guerra. 

Come parte di un accordo di pace mediato dai sauditi, raggiunto l’anno scorso a Riyadh per porre fine allo stallo tra il governo yemenita e i separatisti del sud, le forze saudite hanno preso il controllo della maggior parte dello Yemen meridionale, in seguito al ritiro dell’esercito degli Emirati Arabi Uniti.

Ma l’attuazione dell’accordo, compresa la formazione di un nuovo governo, si è arenata e sono aumentate le tensioni tra le forze sostenute dall’Arabia Saudita e i combattenti separartisti. E quindi non sono stati fatti atterrare a Aden i spartisti che rientravano da Amman dove si erano svolti colloqui con i sauditi. 

Il ministero degli Esteri del Regno ha detto di essere impegnato nell’attuazione dell’accordo di Riyadh e ha invitato entrambe le parti a lavorare insieme e ad evitare un’escalation. La mossa è seguita a settimane di tensioni tra le due parti. La recente escalation ha frantumato più di tre mesi di calma nel conflitto che dura da parecchi anni.

Lucia Giannini