
La più grande centrale nucleare d’Europa è stata colpita da un bombardamento russo venerdì scorso, scatenando un incendio e sollevando i timori di un disastro che potrebbe colpire tutta l’Europa centrale per decenni, come la fusione di un’altra centrale atomica ucraina, quella di Chernobyl nel 1986. Le autorità ucraine a incendio spento, hanno ammesso che c’era un danno al compartimento del reattore, ma che la sicurezza dell’unità non era compromessa.
Ma anche se l’impianto nucleare di Zaporizhzhia ha un design diverso da quello di Chernobyl ed è protetto dal fuoco, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica ha detto che combattere dentro e intorno a questi impianti presenta rischi estremi.
Una delle maggiori preoccupazioni, sollevata dall’ente nucleare dell’Ucraina, è che se i combattimenti interrompessero la fornitura di energia alla centrale nucleare, essa sarebbe costretta a usare generatori diesel meno affidabili per fornire energia di emergenza ai sistemi di raffreddamento in funzione. Un guasto di questi sistemi potrebbe portare a un disastro simile a quello di Fukushima, riporta AP.
Dopo aver preso la strategica città portuale di Kherson, le forze russe si sono spostate nel territorio vicino a Zaporizhzhia e hanno attaccato la vicina città di Enerhodar per aprire una via d’accesso alla centrale giovedì scorso.
Non è stato immediatamente chiaro come la centrale sia stata colpita, ma il sindaco di Enerhodar, Dmytro Orlov, ha detto che una colonna militare russa è stata vista dirigersi verso l’impianto nucleare e che si sono sentiti forti spari in città. Più tardi venerdì, le autorità ucraine hanno detto che la Russia aveva preso il controllo della centrale nucleare.
Il portavoce dell’impianto Andriy Tuz ha detto alla televisione ucraina che venerdì mattina presto, delle granate sono cadute direttamente sull’impianto e hanno dato fuoco a uno dei suoi sei reattori. Inizialmente, i vigili del fuoco non sono stati in grado di avvicinarsi alle fiamme perché sono stati colpiti, ha detto Tuz. Dopo aver parlato con le autorità ucraine l’Aiea ha detto che è stato colpito un edificio vicino ai reattori e non un reattore stesso.
Il reattore che è stato colpito era offline, ma contiene ancora combustibile nucleare altamente radioattivo. Quattro degli altri sei reattori sono stati messi offline, lasciandone solo uno in funzione.
Se i reattori della centrale hanno spesse cupole di contenimento in cemento, che li avrebbero protetti dal fuoco esterno di carri armati e artiglieria, allo stesso tempo, un incendio in una centrale nucleare non è mai una buona cosa, ha detto l’Agenzia Onu.
Un altro pericolo negli impianti nucleari sono le piscine dove vengono tenute le barre di combustibile esaurito per essere raffreddate, che sono più vulnerabili ai bombardamenti e che potrebbero causare il rilascio di materiale radioattivo.
Forse il problema più grande, però, è l’alimentazione elettrica della centrale: la perdita di energia fuori sede potrebbe costringere l’impianto a fare affidamento su generatori diesel di emergenza, che sono altamente inaffidabili e potrebbero fallire o rimanere senza carburante, causando un blackout della stazione che fermerebbe la circolazione dell’acqua necessaria per raffreddare la piscina di combustibile esaurito, neanche lo spegnimento dei reattori sarebbe di aiuto se il sistema di raffreddamento fallisse in questo modo.
L’Ucraina è fortemente dipendente dall’energia nucleare, con 15 reattori in quattro stazioni che forniscono circa la metà dell’elettricità del paese.
L’Ucraina ospita anche l’ex impianto nucleare di Chernobyl, preso dalle forze russe e controllato oggi da forze russe e ucraine nel contempo, guerra nonostante, come si vede da fonti social russe ed ucraine.
Comunque in un appello all’Aiea all’inizio di questa settimana, i funzionari ucraini hanno detto che il personale di Chernobyl è stato tenuto dai militari russi senza rotazione ed è esausto. Durante i combattimenti del fine settimana, il fuoco russo ha anche colpito un impianto di smaltimento di rifiuti radioattivi a Kiev e un impianto simile a Charkiv. Entrambi contenevano rifiuti di basso livello, come quelli prodotti per uso medico, e nessun rilascio radioattivo è stato segnalato.
Anna Lotti