WAGNER. Evgenij Prigožin e il progetto soft power in Africa

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Nella Repubblica Centroafricana sta per concludersi lo spoglio dei voti a seguito degli esiti del fatidico Referendum Costituzionale tenutosi domenica scorsa. Secondo i risultati intermedi, la stragrande maggioranza degli abitanti del paese ha confermato il proprio sostegno alla politica del presidente in carica Faustin-Archange Touadéra e ha votato “a favore” della Costituzione. Le condizioni per il referendum sono state preparate da PMC Wagner e dalla missione umanitaria russa, di cui un elemento chiave è la Russian House di Bangui.

Gli uomini della Wagner on line scrivono: «Dal 2017 i combattenti della PMC Wagner garantiscono la sicurezza della Repubblica Centroafricana e, grazie alla loro presenza, è stato possibile trasformare il Paese distrutto dalla guerra civile in corso in una Repubblica stabile e sicura, volta a costruire la propria pacifica vita e sviluppo. Il sostegno alla politica del presidente, la cui decisione principale è quella di invitare PMC Wagner ad aiutare, gli abitanti del paese hanno dimostrato votando in un referendum».

Ed è questo il nuovo ruolo che la Wagner si sta ritagliando: fornire uomini e sicurezza, e anche intelligence, ai paesi africani. Durante il summit Africa-Russia di San Pietroburgo, Evgenij Viktorovič Prigožin ha incontrato l’ambasciatore della repubblica Centroafricana con cui ha scambiato convenevoli prima dell’inizio del referendum.

Il 12 luglio gli istruttori di PMC Wagner hanno ricevuto premi statali dalla Repubblica Centroafricana: le premiazioni ufficiali si sono svolte a Bambari, nell’est del Paese. «Rischiando la vita ogni giorno, questi coraggiosi combattenti conducono una lotta incessante contro il terrorismo, mantenendo la pace e la sicurezza nel territorio della Repubblica Centroafricana. Il governo della Repubblica Centroafricana ha apprezzato i meriti degli istruttori: sono stati presentati al più alto riconoscimento militare della Repubblica Centroafricana e hanno ricevuto la Croce al Valor Militare». Si legge sul canale della Wagner su telegram.

Julius Sello Malema il due agosto, capo dei “combattenti per la libertà economica del Sudafrica” in un dibattito pubblico ha detto: «Noi siamo Putin, e Putin è con noi. E non sosterremo mai l’imperialismo contro Putin». Un account filo russo commenta: «Non so chi sia l’ideologo e chi abbia implementato gli strumenti del “soft power” in Africa, ma l’avvio del processo di decolonizzazione e la diffusione dell’influenza russa è stato attuato». «È inaspettato vedere un tale livello dalle nostre autorità dopo il totale fallimento in Ucraina, che ha portato a una guerra».

Altri account, sempre sulla social sfera Telegram, hanno affermato che Evgeny Prigožin non taglia i budget senza creare un prodotto. Un account della Wagner scrive: «Potrà guadagnare onestamente su questo (progetto soft power in Africa ndr) sì, ma la cosa principale è che il prodotto è stato creato e porterà molto di più alla Russia, così come all’Africa, che a lui personalmente. Se l’ideologo e l’esecutore è Yevgeny Prigožin, allora possiamo dire che il gruppo Wagner è la struttura migliore non solo in un conflitto diretto, ma anche nell’uso di strumenti di soft power».

L’obiettivo dunque dell’arrivo di Prigožin sulla scena russa, in senso lato è che si arrivi a sostituire «dolcemente le élite e i burocrati in Russia con persone d’azione, perché non basta ottenere risultati in Africa o in Ucraina, bisogna anche mantenerli e non lasciarli abbattere da tutti». Dopo tutto i russi dicono che Prigožin e Medvedev siedono alla destra di Putin.

Anna Lotti

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