La Belt and Road Initiative (BRI), lanciata nel 2013 dal presidente cinese Xi Jinping, è considerata un’ambiziosa strategia a lungo termine per promuovere l’espansione dell’influenza cinese fornendo ai Paesi della regione aiuti e investimenti infrastrutturali.
Tuttavia, a differenza di alcuni Stati del Sud-Est asiatico che hanno accolto a braccia aperte la Bri, il Vietnam ha adottato un approccio diverso, riporta AT.
La diversità di Hanoi è caratterizzata da tre caratteristiche contraddittorie, ma complementari: evitare l’opposizione e la dipendenza da una potenza in ascesa, impegnarsi sia nella deferenza che nella sfida con una potenza minacciosa e diversificare le relazioni con altre grandi potenze.
La strategia del Vietnam nei confronti della Bri cinese presenta tutte e tre queste caratteristiche: se da un lato l’appoggio del Vietnam alla Bri dimostra il desiderio di evitare il confronto con la Cina, dall’altro Hanoi è consapevole del rischio di dipendenza economica da Pechino e dell’opacità dei progetti Bri. Il Vietnam ha limitato in modo “attivo” il suo impegno in questa iniziativa.
L’unico progetto Bri attuato in Vietnam è stato l’investimento cinese nella linea tranviaria Cat Linh-Ha Dong, che è stato osteggiato a causa dei suoi costi elevati e dei progressi stagnanti. Il progetto è stato firmato nel 2008 e doveva essere completato nel 2016. Ma è stato completato solo alla fine del 2021 e il costo del progetto è aumentato improvvisamente da 552,86 milioni di dollari a quasi 11 miliardi nel 2018.
Il Vietnam ha anche iniziato a prendere le distanze dalla Cina per paura di cadere nella “trappola del debito” e a causa dell’intensificarsi delle tensioni nel Mar Cinese Meridionale. Ad esempio, Hanoi ha negato i finanziamenti cinesi per l’autostrada Van Don-Mong Cai per motivi di sicurezza nazionale. L’autostrada collega Van Don, che doveva diventare una zona economica specializzata nel 2018, con Mong Cai, una città vicina al confine con la Cina.
Allo stesso modo, la cancellazione della ferrovia Nord-Sud, che avrebbe collegato le due città più grandi del Vietnam, e dell’autostrada Hanoi-Lao Cai, che avrebbe dovuto collegare la capitale a una provincia vicina alla Cina, sono state entrambe dovute al timore di interrompere la fornitura di capitali cinesi.
Inoltre, il Vietnam ha rinunciato al coinvolgimento di Huawei nello sviluppo di infrastrutture di telecomunicazione 5G a causa dei timori di minacce da parte delle agenzie di intelligence cinesi e ha invece cercato di sviluppare un proprio modello 5G.
Nel suo approccio alla Bri, Hanoi ha anche diversificato le sue relazioni con altri Stati. Le dispute di sovranità con la Cina nel Mar Cinese Meridionale hanno favorito una relazione più stretta tra Hanoi e Tokyo, evidenziata nel 2014 dagli sforzi delle due parti per trasformare le loro relazioni in un ampio partenariato strategico, fondato su obiettivi condivisi di pace e prosperità.
Il Vietnam ha accolto il Partenariato per gli investimenti infrastrutturali di qualità del Giappone più calorosamente della Bri e ha ricevuto ingenti investimenti infrastrutturali da Tokyo.
Hanoi ha persino rafforzato le relazioni con il suo precedente nemico, gli Stati Uniti, per limitare i tentativi della Cina di ampliare la propria influenza nella regione. Il Vietnam e gli Stati Uniti hanno incrementato i loro legami economici bilaterali e migliorato la cooperazione in materia di difesa; ha inoltre sostenuto la Strategia Indo-Pacifica Libera e Aperta degli Stati Uniti, accogliendo con favore i contributi statunitensi alla pace e alla stabilità regionale. Durante l’amministrazione Trump, due portaerei statunitensi hanno visitato il Vietnam.
Maddalena Ingroia