VIETNAM. La Primavera araba del Vietnam

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Una serie di proteste sono scoppiate in tutto il Vietnam contro i piani del governo di introdurre nuove concessioni per le nuove Zone economiche speciali, che consentirebbero di affittare la terra agli investitori stranieri per periodi di 99 anni.

Decine di migliaia di manifestanti hanno occupato, il 10 giugno, i centri di Hanoi, la capitale, e Ho Chi Minh City, il centro economico e finanziario meridionale. Grandi cortei si sono svolti anche in altre province, mentre marce di solidarietà si sono svolte all’estero, da Parigi a Tokyo, riporta Asia Times. Di fronte alla crescente opposizione, il partito comunista al potere ha affermato che potrebbe ritardare o addirittura cancellare i piani delle Zes. 

L’anno scorso il governo ha annunciato l’apertura di tre nuove Zes in diverse zone del paese. Il Vietnam ha attualmente 18 Zes ma, a differenza degli altri paesi, questo particolare accordo consentirebbe agli investitori stranieri di affittare terreni per un periodo massimo di 99 anni nei tre nuovi siti. Per molti, ciò significava vendere terreni agli interessi cinesi. Le leggi vigenti prevedono solo contratti di locazione di 70 anni. La notizia dell’estensione ha scatenato l’accusa che il partito comunista sia intenzionato a vendere terra vietnamita al miglior offerente. 

La scorsa settimana, il ministro della Pianificazione e degli Investimenti Nguyen Chi Dung ha ribadito che «non c’è nessuna parola che menziona la Cina» nel piano Zes. Ma questo ha fatto ben poco per dissipare la convinzione che Pechino sarebbe stato il principale beneficiario dell’accordo, tanto più che una delle tre Zes sarà nella provincia di Quang Ninh, proprio al di là del confine con la regione autonoma cinese di Guangxi.

L’Assemblea nazionale avrebbe dovuto approvare la legge questa settimana, anche se il governo ha chiesto di ritardare i procedimenti. La mattina dell’11 giugno, l’Assemblea nazionale ha votato con una maggioranza dell’85 per cento a favore della sospensione della legge. La questione sarà ora nuovamente discussa nella prossima sessione di ottobre.

Gli investimenti cinesi in Vietnam sono una questione spinosa. Per secoli, i governanti cinesi hanno invaso e colonizzato i feudi vietnamiti, soprattutto nel nord del paese. Nel 1979 i due paesi combatterono una sanguinosa guerra di confine durata un mese. Negli anni più recenti, le proteste anti-cinesi si sono svolte nel 2014, dopo che la Cina ha iniziato a trivellare per il petrolio nelle acque contese al largo del Vietnam centrale, mentre nel 2016 ci sono state manifestazioni di massa quando una fabbrica di proprietà di Taiwan ha riversato tonnellate di rifiuti tossici nel Vietnam centrale.

Hanoi rimane anche l’avversario principale nel sud-est asiatico di Pechino soprattutto nel Mar Cinese Meridionale. Le proteste recenti sono state certamente caratterizzate da retorica nazionalista e anti-cinese contro il percepito espansionismo di Pechino.

Luigi Medici