Rivolte anti Cina in Vietnam

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VIETNAM – Ha Tinh. 15/05/14. I fatti risalgono a due giorni fa ma le notizia e stanno circolando da poche ore sui media di tutto il mondo. In Vietnam ci sono rivolte dei lavoratori nelle fabbriche cinesi e fupori dagli stabilimenti in tutto il Sud del Paese.

20 sono per ora i morti accertati (5 vietnamiti e 15 cinesi). Secondo la Reuter le persone sarebbero state uccise la notte scorsa. Decine di persone invece sono state ricoverate in ospedale. Secondo l’Agenzia statale cinese “Xinhua” invece i morti sarebbero almeno due e più di un centinaio sarebbero i ricoveri in ospedale di persone con con ferite. La Reuters riporta anche che nella provincia di Ha Tinh dopo gli scontri tra i lavoratori vietnamiti e cinesi è stato dato alle fiamme uno stabilimento siderurgico in costruzione, che appartiene a un investitore di Taiwan. Si tratta di Plastics Group, il più grande investitore di Taiwan in Vietnam. Una volta completato lo stabilimento, nel 2020, sarà il più grande impianto siderurgico del Sud- Est asiatico e comprenderà un porto e una centrale elettrica di 2.150 MW.
Le proteste anti-cinesi in aree industriali in Vietnam del Sud sono iniziate all’inizio di questo mese dopo aver appreso che la Cina sta installando una piattaforma petrolifera nelle acque contese del Mar Cinese Meridionale il primo maggio.
Ci sono stati incontri tra cui lo speronamento e lo scambio di cannonate ad acqua tra navi cinesi che operano nei pressi della piattaforma e le barche provenienti dal Vietnam, che vuole la Cina fuori dalla zona. Il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, «ha esortato il Vietnam a non tentare di complicare ulteriormente e aggravare l’attuale attrito marittimo». Fonte Global Times.
«La posizione della Cina sulla tutela dei propri diritti e interessi legittimi sovrani è fermo e chiaro e non cambierà», ha detto il ministro degli Esteri indonesiano Marty Natalegawa in una conversazione telefonica. fonte Global Times.  La Cina ha ufficialmente chiesto l’intervento delle autorità vietnamite per fermare le rivolte.