VICINO ORIENTE. Nuovi percorsi per la geografia politica vicina all’Italia

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La XII Assemblea parlamentare asiatica, Apa, svoltasi and Antalya, Turchia, e il Forum di Doha hanno visto una serie di interessanti incontri politici fra attori regionali mediorientali di estremo interesse. 

Il presidente del parlamento turco, Mustafa Sentop, ha incontrato il 14 dicembre, la controparte iraniana Ali Larijani e ha discusso i legami bilaterali e la cooperazione e gli sviluppi regionali, con la Repubblica Islamica, sciita, ripota Anadolu. Descrivendo i colloqui come produttivi, Larijani ha detto che l’Iran ritiene che le parti possano insieme raggiungere una sicurezza sostenibile nella regione, aggiungendo che la loro cooperazione andrebbe a beneficio della gente sia della Turchia che dell’Iran.

Sentop ha anche incontrato il vicepresidente del parlamento omanita Abdullah Al Amri in una riunione, dopo di che ha detto che il volume degli scambi commerciali tra i due paesi è salito del 55% nell’ultimo anno, raggiungendo quasi 500 milioni di dollari. Amri ha detto che le attività commerciali tra la Turchia e l’Oman hanno recentemente guadagnato slancio, aggiungendo che entrambe le parti sono disposte ad espandere ancora di più il commercio.

Larjani poi ha incontrato il Presidente dell’Assemblea consultiva del Qatar, paese alleato di Ankara, Ahmed bin Abdullah al-Mahmud. Durante l’incontro, Larijani ha sottolineato i legami amichevoli tra Iran e Qatar: «Vediamo il ruolo del Qatar nella regione come positivo; purtroppo, le sanzioni imposte contro il Qatar sono oltraggiose, ma il paese ha resistito bene e le sue tattiche hanno aiutato a non rimanere isolati (…) Terremo sempre strette consultazioni con voi su importanti questioni regionali, e siamo anche interessati a sviluppare relazioni economiche con il vostro paese (…) Molti uomini d’affari iraniani sono interessati a lavorare con il Qatar, quindi le condizioni devono essere fornite (…) Accogliamo con favore qualsiasi proposta di sviluppare relazioni tra i due paesi», riporta Mehr.

Continuando a parlare di Qatar, interessante è stato anche l’incontro al forum di Doha tra il ministro della Difesa turco Hulusi Akar e Faryez al-Sarraj, il Gna della Libia, in cui sono stati discussi gli accordi di delimitazione marittima recentemente firmati e gli accordi di cooperazione militare e di sicurezza.

Il 7 novembre, il Gna di Tripoli ed Ankara hanno siglato due distinti memorandum d’intesa, uno sulla cooperazione militare e l’altro sui confini marittimi dei paesi del Mediterraneo orientale. Akar ha detto che gli accordi sono basati su leggi internazionali ed entrambi i paesi hanno cercato solo di proteggere i loro diritti legittimi nell’area, dove la tensione è aumentata dalla scoperta di riserve di idrocarburi per centinaia di miliardi di dollari, riporta Anadolu.

A seguito dell’accordo di cooperazione militare, il presidente Recep Tayyip Erdogan ha recentemente affermato che Ankara potrebbe prendere in considerazione l’invio di truppe in Libia, se il governo libico lo richiedesse. Nel frattempo, i comandanti di Turchia e Qatar hanno inaugurato il quartier generale delle Combined Joint Task Force nella capitale del Qatar, Doha. Alla cerimonia hanno partecipato, per la parte turca, Akar e Yasar Guler, capo di stato maggiore generale, nonché il ministro della difesa del Qatar Khalid bin Mohammed el-Attiyah e il capo di stato maggiore Ghanem bin Shaheen Al-Ghanem. 

Sempre a Doha, Mevlut Cavusoglu, il ministro degli Esteri turco, ha confermato che la Turchia risponderà a tutte le sanzioni imposte dagli Stati Uniti: «Se le sanzioni saranno applicate, la Turchia dovrà rispondere. Stiamo cercando di superare questo problema senza sanzioni e attraverso il dialogo e la comprensione reciproca». Parlando della risoluzione approvata dal Senato degli Stati Uniti sulle accuse armene sugli eventi del 1915, Cavusoglu ha ribadito che i politici con conoscenze storiche limitate non dovrebbero «giudicare la storia (…) Il Senato degli Stati Uniti ha approvato questa risoluzione a causa della loro delusione per l’operazione Peace Spring della Turchia nella Siria settentrionale e a causa delle lobby armene e di altre lobby che li sostengono», ha detto Cavusoglu.

Antonio Albanese