La questione venezuelana è arrivata sul tavolo del meeting Ue Celac. I presidenti dell’Argentina Alberto Fernández, del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva, della Colombia Gustavo Petro e della Francia Emmanuel Macron si sono riuniti lunedì a Bruxelles, a margine del vertice UE-Celac, con il vicepresidente venezuelano Delcy Rodríguez e il leader dell’opposizione Gerardo Blyde, in uno sforzo multilaterale per trovare una soluzione alla crisi politica nel Paese bolivariano. All’incontro ha partecipato anche Josep Borrell, alto rappresentante Ue per la politica estera.
Fonti diplomatiche argentine del periodico Ámbito, i leader hanno parlato dell’importanza di sbloccare le sanzioni al Venezuela, per le quali gli Stati Uniti devono essere presenti al tavolo. Le banche che detengono fondi venezuelani in Europa rischiano sanzioni statunitensi se agiscono unilateralmente.
L’interesse di Macron per la risoluzione del conflitto ha, oltre a motivazioni economiche, «un senso di colpa da un punto di vista politico, per aver sostenuto Juan Guaidó all’epoca, cosa che credevano fosse la soluzione», hanno detto le fonti citate da Ámbito.
La scorsa settimana il presidente del Parlamento venezuelano Jorge Rodríguez ha escluso che l’UE invii una missione di osservazione per le prossime elezioni presidenziali del 2024, come ha fatto nel 2021 per le elezioni regionali e municipali, le prime dal 2006.
Il blocco europeo ha sottolineato i recenti progressi, ma ha criticato “l’interdizione arbitraria dei candidati” e all’inizio del mese ha espresso “preoccupazione” per l’interdizione della leader María Corina Machado.
«Machado ha una squalifica amministrativa e può essere risolta se il Venezuela si rivolge al Sistema Interamericano dei Diritti Umani, che ha una Corte d’Appello a cui appellarsi, e con una misura cautelare, tutto tornerebbe all’inizio», ha detto la fonte di Ámbito. Blyde Pérez si è detta d’accordo con questa idea e Delcy Rodríguez ha risposto che “ci penseranno”.
Si è trattato del secondo incontro di questo tipo dopo quello tenutosi l’11 novembre scorso al Forum della pace di Parigi, anche se questa volta si è aggiunto Lula. In quell’occasione, la Repubblica Bolivariana del Venezuela ha accettato di tornare al dialogo politico, dopo il sostegno di Fernández, Macron e Petro, in un incontro che i presidenti hanno tenuto a Parigi con i rappresentanti del governo e dell’opposizione della nazione caraibica, riporta MercoPress.
Lo scorso 30 maggio, Fernández ha avuto un incontro bilaterale con il suo omologo venezuelano, Nicolás Maduro, nell’ambito della Riunione dei Presidenti dei Paesi sudamericani tenutasi al Palazzo Itamaraty di Brasilia, la capitale del Brasile, e gli ha chiesto che il Paese torni a far parte delle organizzazioni e dei forum internazionali, soprattutto della Commissione interamericana per i diritti umani (CIDH).
Il 25 aprile si è tenuta in Colombia, su invito di Petro, una Conferenza internazionale per promuovere il dialogo tra i rappresentanti della società civile, dell’opposizione e del governo venezuelano, al fine di riaprire le strade e costruire una road map per stimolare e sostenere il dialogo. Oltre all’Argentina – rappresentata dal ministro degli Esteri Santiago Cafiero –, hanno partecipato all’incontro Barbados, Bolivia, Brasile, Canada, Cile, Francia, Germania, Honduras, Italia, Messico, Norvegia, Portogallo, Saint Vincent e Grenadine, Sudafrica, Spagna, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti e Borrell, dove gli Stati Uniti hanno accettato di «procedere in parallelo, rimuovere le sanzioni e osservare le elezioni».
Maddalena Ingrao