VENEZUELA. Trump se la piglia con Bolton e i servizi arrestano gli uomini di Guaido

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Il presidente Trump se la starebbe prendendo con il suo consigliere per la sicurezza nazionale dopo il fallimento del golpe per rimuovere il presidente venezuelano Nicolás Maduro.

Secondo quanto riportato dal Washington Post e da Tpm che citano appartenenti all’amministrazione della Casa Bianca, l’ira di Trump è diretta principalmente contro John Bolton per la sua inclinazione ad intervenire nelle guerre di altri paesi.

Anche se Trump ha suggerito scherzosamente questa settimana che Bolton vuole trascinarlo «in una guerra», ha anche, meno scherzosamente, detto che Bolton potrebbe aver fatto male i calcoli su Maduro mettendolo «in un angolo». Comunque, nonostante tutto, Trump non ha intenzione di cacciare il suo consigliere per la sicurezza nazionale a breve.

Nel frattempo a Mosca, il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov ha annunciato che non ci saranno “accordi” sul Venezuela tra Mosca e Washington: «Trump è colui che di solito prepara gli affari», ha osservato Lavrov. Il ministro degli Esteri ha rilasciato questa dichiarazione prima dell’imminente incontro tra lui e il Segretario di Stato americano Mike Pompeo, previsto per il 14 maggio a Sochi.

Da canto loro, i politici dell’opposizione che lottano per far cadere il leader chavista, hanno promesso di continuare la loro lotta dopo la detenzione di una delle figure chiave del loro movimento, che ha segnato l’inizio di un’importante repressione.

Edgar Zambrano, vicepresidente del parlamento venezuelano controllato dall’opposizione, è stato arrestato la sera dell’8 maggio da agenti dei servizi segreti, andandosi ad aggiungere agli altri nove membri già detenuti con accuse relative al fallito golpe. Si tratta di sostenitori di Juan Guaidó, accusati di aver commesso una serie di reati, tra cui tradimento, cospirazione, istigazione all’insurrezione e ribellione civile.

La detenzione di Zambrano ha scatenato un’ondata di condanne nazionali e internazionali; Guaido ha accusato il regime di Maduro di aver “rapito” il 63enne Zambrano, che è stato poi portato a El Helicoide, una famigerata prigione politica nella capitale.

Lo spettacolare edificio, concepito negli anni ’50 come un affascinante centro commerciale che simboleggia la ricchezza e la spavalderia della risposta sudamericana all’Arabia Saudita, ospita oggi la sede dell’agenzia di spionaggio del Venezuela, il Servizio Nacional de Inteligencia, Sebin, il cui direttore, Manuel Cristopher Figuera, ha disertato per sostenere Guaido.

Graziella Giangiulio