VENEZUELA. Riaperto il confine con la Colombia

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Il confine terrestre tra il Venezuela e la Colombia attraverso il ponte internazionale Simón Bolívar è stato riaperto il 5 ottobre dopo 32 mesi di blocco, dopo la rimozione dei tre container che bloccavano la strada, tra lo stato di Táchira e la città di Cúcuta.

I container erano stati messi lì nel febbraio 2019, dopo che si era tentato di inviare aiuti umanitari al Venezuela e che Caracas aveva interpretato come un atto interventista.

«Diamo un’apertura biosicura al commercio binazionale», ha detto il vicepresidente esecutivo venezuelano Delcy Rodríguez, mentre il presidente colombiano Iván Duque ha insistito avvertendo che l’apertura avvenisse in modo «ordinato».

«A partire da domani apriremo il commercio tra i nostri paesi», ha detto Delcy Rodríguez in un messaggio attraverso la Venezolana de Televisión, durante il quale ha ricordato che la sicurezza delle frontiere deve essere “condivisa” tra i due paesi.

La vicepresidente venezuelana, riporta Mercopress, ha anche elencato i mali e la violenza causati dalla nazione vicina e ha chiesto alle autorità colombiane di rafforzare la sicurezza lungo la frontiera per evitare l’afflusso di bande criminali e trafficanti di droga.

Ha poi approfittato dell’annuncio della riapertura per chiedere la fine «dell’intolleranza e dell’odio politico verso il Venezuela» e la fine delle intenzioni cospirative da parte colombiana per attaccare ripetutamente «la stabilità venezuelana».

Da Bogotà, Duque ha ringraziato il presidente venezuelano autoproclamato ad interim Juan Guaidó e quelli che ha chiamato la «resistenza democratica», per aver reso possibile la riapertura della frontiera, senza menzionare o dare alcun credito al regime guidato dal presidente Nicolás Maduro. «Anche la Colombia è disposta a iniziare un processo ordinato per poter garantire il passaggio della frontiera, ma sarò molto chiaro: questo non sarà a causa di disattenzioni né sarà improvvisato», ha detto Dique.

Il capo di Stato colombiano ha anche sottolineato di aver dato istruzioni alle autorità doganali e migratorie di Cúcuta affinché la riapertura del passaggio di frontiera sia graduale, »garantendo soprattutto la sicurezza e la biosicurezza del popolo colombiano». Duque ha anche sottolineato che la riapertura «beneficia i nostri popoli» e poi ha affrontato «l’assedio democratico» contro Caracas, che non ha prodotto alcun cambiamento politico oltre confine.

Nell’agosto 2015 il Venezuela ha chiuso le frontiere per il passaggio di veicoli da e per la Colombia e nel febbraio 2019 ha rotto le relazioni con Bogotà e aveva installato dei container al principale valico di frontiera per impedire il passaggio di una carovana di aiuti umanitari che il regime di Maduro vedeva come un cavallo di Troia per una rivoluzione antichavista.

L’apertura della frontiera ha suscitato sentimenti contrastanti a Cúcuta, dove la gente per anni si era abituata al muro che la separava dal paese vicino e con la conseguente assenza di relazioni tra i due popoli. I piccoli commercianti, poi, temevano che la riapertura avrebbe favorito solo le grandi imprese e i sindacati.

Allo stesso tempo, i commercianti sostenevano che i protocolli di biosicurezza avrebbero reso difficile lo scambio commerciale, motivo per cui la popolazione migrante e le famiglie binazionali ricorrono a passaggi illegali.

Contemporaneamente alla riapertura è stata creata una squadra di 4.000 persone composta da personale dell’esercito e della polizia colombiana nella città di Cúcuta.

Antonio Albanese