VENEZUELA. Resisteremo a ogni invasione armata della Colombia

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Il procuratore capo del Venezuela ha sostenuto che la Colombia sta preparando un’operazione militare contro il suo paese, pur sottolineando che «non lo permetteremo». Tarek William Saab non ha fornito alcuna prova a sostegno delle sue affermazioni. 

«In Colombia, stanno progettando di far rivivere epoche che si erano concluse nella storia dell’umanità, come i bombardamenti militari, un’invasione militare o l’occupazione, attraverso sangue e sparatorie, contro un paese pacifico come il Venezuela. Non lo permetteremo», ha detto Saab, in occasione di un evento tenuto nello stato di Anzoátegui, secondo Efe.

Saab non ha fornito alcuna prova per le sue accuse, fatte in riferimento alla visita del capo del comando sud degli Stati Uniti in Colombia, l’ammiraglio Kurt Tidd. Tidd ha incontrato il vicepresidente colombiano Oscar Naranjo; l’ufficio di Naranjo ha detto che la riunione era volta a rivedere gli sforzi bilaterali per arginare il flusso di droga dalla costa del Pacifico della Colombia.

La visita di Tidd è stata stigmatizzata anche dal presidente boliviano Evo Morales, alleato del Venezuela. Su Twitter, Morale ha scritto: «Qualsiasi minaccia militare imperialista contro la nostra sorella Venezuela e la nostra regione sarà annullata dalla dignità, dalla sovranità e dall’unità dei nostri paesi democratici». La Colombia ha risposto a Saab, definendola come un “insulto”, secondo Noticias Caracol. Il comandante delle forze armate colombiane, Gen. Alberta Mejia, ha anche detto che il suo paese si concentrava solo sulle proprie questioni interne. «Abbiamo così tanti problemi nel nostro paese, ed è a questo che ci dedichiamo e sui quali ci concentriamo (…) Siamo interessati solo ai problemi del popolo colombiano» ha detto Meija.

Nel frattempo, Saab ha anche attaccato gli Stati Uniti: «Che cosa ha fatto il popolo venezuelano per meritare di essere bombardato, come ha minacciato il presidente degli Stati Uniti?» ha detto, facendo riferimento alla dichiarazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, fatta l’anno scorso, in cui ha detto che Washington non avrebbe escluso un’«opzione militare» quando si tratta del Venezuela.

Il Venezuela ha accusato anche il segretario di Stato, Rex Tillerson, che ha accennato al suo sostegno per un colpo di Stato: «Nella storia del Venezuela e dei paesi sudamericani, spesso volte i militari sono l’agente del cambiamento, quando le cose sono messe così male e la leadership non può più servire il popolo», ha detto Tillerson all’inizio di questo mese. Il ministro della Difesa venezuelano, Vladimir Padrino, su TeleSur, ha definito «deplorevoli» le parole di Tillerson definendo il governo degli Stati Uniti: «Il più grande agente di violenza, discriminazione e umiliazione nel mondo».

Graziella Giangiulio