VENEZUELA. Prosegue lo sciopero dei medici. Iniziano le minacce di morte

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Un gruppo di medici venezuelani si sono uniti il 28 giugno scorso alle manifestazioni iniziate all’inizio di questa settimana dagli infermieri nella capitale venezuelana, Caracas, e in altre zone del paese per chiedere incrementi degli stipendi e sottolineare la carenza di farmaci e altre forniture presso gli ospedali.

Dopo aver tenuto un’assemblea, i medici del Concepcion Palacios Maternity Hospital della capitale hanno votato a favore della manifestazione, inoltre anche i medici dello stato occidentale di Lara hanno protestato. Gli operatori sanitari del paese chiedono lo stesso trattamento riservato ai membri delle forze armate, che hanno ricevuto un aumento salariale generalizzato il 15 giugno scorso.

Il medico e legale dell’opposizione José Manuel Olivares ha detto che l’aumento salariale per il personale sanitario del paese dovrebbe essere dell’ordine del 2.000 per cento.

Nuove ondate di scioperi sono previste per la prossima settimana negli ospedali di tutta la nazione, riporta Efe.

I medici si sono uniti agli infermieri nella loro protesta perché i problemi riguardano tutto il personale sanitario allo stesso modo: «I medici stanno vivendo le stesse vicissitudini degli altri (…) sosteniamo pienamente il sindacato degli infermieri e l’appello allo sciopero». 

Il giorni dopo, 29 giugno, gli operatori sanitari in sciopero sono stati minacciati affinché terminassero lo stato di agitazione. I leader sindacali degli ospedali e delle cliniche a Caracas, hanno detto su Twitter che circa 30 membri dei gruppi chavisti hanno minacciato di sparare al personale del principale ospedale pediatrico pubblico della capitale venezuelana, riporta El Diario de Caracas.

Dallo scorso lunedì, infermiere medici e operatori ospedalieri pubblici in tutto il paese hanno iniziato a scioperare. Gli stipendi in Venezuela hanno perso potere di acquisto a causa della grave crisi economica, con l’iperinflazione che, stando al Fmi, sarebbe del 13800% nel 2018.

Il presidente Nicolás Maduro ha nominato un nuovo ministro della salute, Carlos Alvarado, l’ottavo da quando è entrato in carica nel 2013, per risolvere la crisi della penuria di medicinali e il crollo del sistema ospedaliero.

La carenza di farmaci si aggira intorno all’85% ed è quasi totale nel caso di farmaci ad alto costo per malattie come il cancro o l’Hiv mentre la carenza di forniture e materiale medico-chirurgico negli ospedali supera il 90%, secondo le associazioni di categoria.

Graziella Giangiulio