
Grandi disordini si sono registrati tra i venezuelani prima della riconversione monetaria del 1 ottobre. In base a questa manovra sono stati rimossi sei zeri dai “bolivar sovrani”, spingendo il tasso di cambio con il dollaro USA alle stelle.
L’introduzione del nuovo conio monetario chiamato “digitale” è la terza mossa del genere da parte del regime bolivariano e gli economisti hanno avvertito che i suoi effetti potrebbero durare solo “mesi” se non vengono applicate misure aggiuntive per contenere l’iperinflazione, riporta MercoPress.
Il Venezuela accumula un’inflazione annuale del 1.743%, secondo l’Osservatorio delle Finanze, ma nella valutazione del Fondo Monetario Internazionale, l’iperinflazione raggiungerà il 5.500% entro la fine del 2021, la più alta al mondo.
I venezuelani hanno fatto spese folli per liberarsi dei loro ultimi bolivar, temendo che potessero perdere la maggior parte, se non tutto il loro valore, con l’introduzione delle misure del 1 ottobre. Il dollaro è salito del 4,68% il 30 settembre e il bolivar si è svalutato del 72,54% finora nel 2021.
Il nuovo conio monetario consisterà in banconote da 5, 10, 20, 50 e 100 bolivar “digitali” e una moneta da 1 bolivar che coesisterà con le attuali banconote da 10.000 a 1 milione di bolivar.
Il vicepresidente esecutivo Delcy Rodríguez ha detto che «l’intero sistema bancario e finanziario, pubblico e privato, è pronto a rimuovere i 6 zeri dalla nostra moneta e a promuovere il bolivar digitale».
Le autorità finanziarie del Venezuela hanno pianificato “una pausa operativa”, alle 20 del 30 settembre, seguita da una graduale ripresa delle attività a partire dalle 6 di venerdì, quando «i servizi digitali della banca saranno gradualmente riattivati, con più facilità e semplicità nelle operazioni», ha aggiunto Rodríguez.
Tre riconversioni monetarie dal 2008 hanno portato all’eliminazione di 14 zeri dalla moneta locale. Il Venezuela diventerà così il paese latinoamericano ad aver eliminato il maggior numero di zeri dalla sua moneta, mentre il paese sta attraversando da mesi una dollarizzazione de facto. Gli analisti ritengono che le transazioni in dollari costituiscono almeno il 70% delle operazioni del paese.
Nelle regioni vicine alla frontiera colombiana si usano anche i pesos colombiani per gli acquisti al dettaglio, nel tentativo di portare un po’ di stabilità, in particolare per quanto riguarda gli spiccioli che non possono essere gestiti in dollari. Non ci sono cifre sulla quantità di pesos colombiani che circolano nell’economia venezuelana.
I venezuelani difficilmente usano i bolívar se non per le operazioni con le carte di debito. La mossa è stata anche alimentata da una carenza cronica di contanti, le banconote in bolivar sono buone per poco se non per souvenir o giocattoli per i bambini.
Antonio Albanese