VENEZUELA.  Maduro: “Noi non siamo mendicanti”

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Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha detto l’8 febbraio che gli aiuti umanitari provenienti dagli Stati Uniti e che vengono immagazzinati a Cucuta, città di frontiera colombiana, destinati al suo paese, dovrebbero essere distribuiti ai colombiani poveri, poiché i venezuelani non sono “mendicanti”. 

Il giorno dopo che i camion che trasportano medicine e cibo sono arrivati a Cucuta, Maduro, sempre più isolato a livello internazionale, ha detto che il Venezuela non ha bisogno dell’aiuto che include forniture offerte dagli Stati Uniti, riporta Reuters.

«Il Venezuela non permetterà lo spettacolo di consegna di … aiuti umanitari perché non mendichiamo da nessuno (…) Il Venezuela non sta soffrendo la crisi umanitaria inventata da Washington negli ultimi quattro anni per giustificare l’intervento nel nostro paese» ha detto Maduro.

Il presidente venezuelano ha dovuto affrontare un crollo economico in un paese ricco di petrolio e membro dell’Opec, che ha lasciato i venezuelani malnutriti, senza medicine o quasi, e che ha scatenato l’esodo di circa 3 milioni di venezuelani.

La terribile situazione ha alimentato una crisi politica che ha raggiunto il culmine nell’ultimo mese con il leader dell’opposizione Juan Guaidò che ha invocato una disposizione costituzionale per dichiararsi presidente ad interim legittimo. Guaidò sostiene che Maduro è stato rieletto l’anno scorso con una elezione fraudolenta.

Più di quaranta nazioni tra cui gli Stati Uniti, le maggiori potenze europee, come la maggior parte dei paesi dell’America Latina hanno riconosciuto Guaidoò come il legittimo capo di stato del paese.

Rappresentanti dell’Unione Europea e un gruppo di governi latinoamericani si sono incontrati a Montevideo, Uruguay, il 7 febbraio scorso, per discutere della crisi. La loro organizzazione, l’International Contact Group on Venezuela, ha rilasciato una dichiarazione in cui si afferma che invieranno una missione tecnica nel paese per contribuire a fornire aiuti umanitari e sostenere nuove elezioni il più presto possibile.

«Rifiutiamo la natura partigiana e ideologica del documento», ha detto Maduro l’8 febbraio, aggiungendo che avrebbe sempre accolto con favore il dialogo con chiunque. I critici dicono che tre dialoghi precedenti hanno permesso al Partito Socialista al potere di bloccare le proteste senza fare importanti concessioni su questioni chiave, tra cui la liberazione dei politici dell’opposizione imprigionati e la trasparenza elettorale. Stavolta Guaidò ha detto che il tempo del dialogo è scaduto.

Graziella Giangiulio