Il governo venezuelano ha annunciato che rilascerà, come parte della sua «chiamata al dialogo e alla riconciliazione», i membri dell’opposizione che sono stati incarcerati dal 2002 per il colpo di stato che depose Hugo Chavez per 48 ore.
«È stato avviato un processo per i politici coinvolti in atti di violenza contro le persone, la proprietà pubblica e privata, che hanno partecipato alle azioni contro le leggi e la Costituzione della Repubblica negli anni 2002, 2013, 2014 e 2017», ha detto il Ministro dell’Informazione e delle Comunicazioni Jorge Rodriguez ripreso da Efe. Finora, la Corte Suprema ha ordinato la liberazione solo con misure restrittive di 39 membri dell’opposizione che sono stati arrestati tra il 2014 e il 2018, ma il presidente dell’Assemblea Nazionale Costituente, Delcy Rodriguez, ha annunciato che altri gruppi saranno rilasciati.
Dieci funzionari della scomparsa polizia metropolitana furono incarcerati per la rivolta del 2002 con l’accusa di aver ucciso otto delle 19 persone che hanno perso la vita l’11 aprile nel centro di Caracas. Nicolas Maduro, appena rieletto, ha dichiarato che all’inizio del suo nuovo mandato stava cercando una “nuova partenza”, e tra i suoi annunci c’era la richiesta di avviare procedure a favore dei prigionieri dell’opposizione. Rodriguez ha detto che le misure già annunciate e quelle ancora da annunciare possano «portare ad un processo di vera pacificazione» e che contribuiscono ad un «dibattito onesto» di idee tra gruppi politici opposti.
«Non avrebbero mai dovuto essere imprigionati, è sempre importante che siano rilasciati, ma speriamo che simili scarcerazioni non aprano come al solito delle porte girevoli che liberano dieci e mettono dentro venti, ci si aspetta qualcosa di sincero e non misure per giustificare la truffa del 20 maggio», ha detto il presidente dell’Assemblea Nazionale del Venezuela, Omar Barboza, riporta El Diario de Caracas.
Barboza ha partecipato alla prima riunione del Congresso latino-americano del Venezuela tenutosi a Cúcuta, città al confine con il Venezuela, alla presenza di circa 30 delegati provenienti da Colombia, Ecuador, Perù, Argentina, Guatemala e Uruguay. I paesi partecipanti hanno deciso di attivare unità di intelligence e d’investigazione finanziaria per congelare i capitali dei funzionari venezuelani.
Graziella Giangiulio