VENEZUELA. Le vere condizioni di PDVSA sono queste

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«Nei prossimi mesi la produzione di petrolio e gas nel campo Anaco di Pdvsa subirà un brusco calo. Perché? Perché nessuno vuole far funzionare una piattaforma di perforazione quando ha fame». Così apre una riflessione di Caracas Chronicle sulla crisi venezuelana.

Anaco è un grande impianto di estrazione del gas di Pdvsa, colpito gravemente dalla crisi e così un gran numero di dipendenti ha fatto le valigie e lasciato il paese, senza neanche licenziarsi. Il blog ne fa un ritratto senza veli, un esempio di quanto accade nel paese.

La clausola 20 del Contratto Collettivo Collettivo Petrolifero per il 2015-2017 garantisce la fornitura di cibo ai lavoratori che operano nei settori della perforazione, della produzione, della copertura murale e del flyway; una promessa che non viene mantenuta. Pdvsa da incarico ad aziende di fornire cibo ai dipendenti; la maggior parte del tempo, il cibo è già avariato quando arrivate troppo poco. I dipendenti si sentono intrappolati, costretti dalle circostanze a lavorare per. 200.000 bolivar a settimana.

Oltre alle cattive condizioni sul posto di lavoro, il personale addetto al turno notturno è esposto alle rapine perché la gestione non protegge adeguatamente le strutture. Le proteste e gli scioperi non sono mancati: il sindacato, la Federazione Unitaria dei Lavoratori Petroliferi venezuelani chiede migliori condizioni, perché il fatturato dell’azienda è in dollari e loro sono pagati in bolivar, che si deprezzano costantemente.

In generale, nell’intero settore, la situazione sta peggiorando e nei prossimi mesi potrebbe registrarsi un massiccio esodo di personale qualificato nell’industria petrolifera venezuelana. Molti campi e impianti nel paese sono inattivi a causa della mancanza di attrezzature e di materie prime.

Solo nell’area orientale del Venezuela le riserve totali di gas sono pari a 26 miliardi di metri cubi, ma oggi, nelle attuali condizioni, meno del 50% di tale ricchezza viene estratta.

Graziella Giangiulio