VENEZUELA. La flotta PDVSA è a pezzi: spedizioni di benzina KO

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La penuria di carburante del Venezuela sta peggiorando, in quanto le grandi dismissioni della flotta della Pdvsa statale hanno ritardato le spedizioni di benzina. Le raffinerie della Petroleos de Venezuela SA gestiscono meno di un quarto della loro capacità, costringendo il paese a fare affidamento sulla benzina importata, riporta il qatarino The Peninsula.

Una volta che i carichi sono scaricati nei porti di importazione, le navi più piccole distribuiscono il carburante ai terminali lungo la costa, dove viene caricato su camion per rifornire le stazioni interne. Ma poiché le petroliere venezuelane perdono ingegneri e timonieri, i ritardi di consegna stanno diventando sempre più frequenti. Le code per fare benzina sono una delle principali sfide quotidiane in Venezuela, insieme alla scarsità di beni di prima necessità, a regolari interruzioni di corrente elettrica e alla mancanza di trasporti pubblici. 

I prezzi del petrolio sono ancora tra i più bassi al mondo e Maduro deve ancora aumentarne il prezzo dopo averlo annunciato alla fine di settembre. Secondo Bloomberg, le dimissioni e le richieste di congedo da parte del personale di Pdv Marina, la compagnia petrolifera affiliata, stanno riducendo al minimo gli equipaggi delle navi cisterna. Almeno 11 petroliere sono coinvolte, e il personale ridotto al minimo sta ostacolando la capacità della Pdvsa di consegnare in tempo.

La produzione di petrolio in calo del Venezuela sta esacerbando un deficit fiscale già drammatico: il paese sudamericano è in ritardo sui quasi 7 miliardi di dollari dovuti agli investitori e sta consegnando barili di greggio per regolare i prestiti ancora in essere.

Un documento scritto dal Dipartimento del Commercio e della Sicurezza degli approvvigionamenti della Pdvsa, prosegue il giornale, ha descritto le cattive condizioni di lavoro e la mancanza di attrezzature di sicurezza, cibo o alloggio sicuro sulle navi cisterna. Le petroliere Caura e Guanoco non hanno più ufficiali a bordo; altre tre petroliere mancano di un primo ingegnere; altre due navi sono ora ancorate a tempo indeterminato in Portogallo e a Bonaire. I salari ridotti a ben poco dall’iperinflazione stanno spingendo il personale a lasciare il paese. 

Graziella Giangiulio