VENEZUELA. Il Petro-Bolivar scaccerà il dollaro dal mercato del petrolio?

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La banca di sviluppo latinoamericana Caf Bank ha annunciato di aver approvato una linea di credito di 400 milioni di dollari alla Banca centrale del Venezuela, innescando le proteste dell’opposizione che ha accusato la banca di finanziare una dittatura. La Caf di Caracas ha dichiarato sul suo sito web che la linea di credito contribuirebbe a garantire la stabilità regionale e serve a «contribuire a garantire la stabilità delle importazioni nel paese», riporta Reuters.

Il Venezuela, paese ricco di petrolio, è stato duramente colpito dal crollo del prezzo del greggio e sta attraversando una pesante crisi economica che ha causato carenza di cibo, medicine e prodotti di base, mentre il governo di Nicolas Maduro sta cercando di importare abbastanza beni per il paese. L’opposizione, che ha fatto pressioni su Wall Street per interrompere i finanziamenti a Maduro, ha condannato la decisione Caf: «È incomprensibile», ha detto il parlamentare dell’opposizione e economista Angel Alvarado, «Il paese non è in grado di contrarre più debiti e il presidente della banca centrale non è stato ratificato dal congresso (guidato dall’opposizione, ndr). Finanziano una dittatura».

La linea di credito serve per tamponare, in qualche modo, le esigenze finanziarie di un governo al collasso che sta cercando di usare ogni strumento possibile per uscire dalla crisi. Come si ricorderà la nazione venezuelana è in procinto di lanciare una nuova cripto-currency che sarebbe sostenuta dalle sue ingenti riserve petrolifere e che potrebbe essere usata per le transazioni come valida alternativa al dollaro Usa, riporta al Jazeera

Il dollaro USA ha ottenuto, infatti, il suo status di riserva globale finanziaria dopo la fine del sistema di Bretton Woods a causa proprio del suo predominio nel commercio petrolifero. Lo status di valuta di riserva ha permesso agli Stati Uniti di esportare l’inflazione verso altre nazioni e di registrare disavanzi fiscali elevati rispetto ad altre nazioni. Diverse nazioni, Cina e Russia ad esempio, vogliono un’alternativa, riporta Seeking Alpha. Il petro-Bolivar potrebbe essere l’alternativa.

Se questa nuova moneta avrà successo, si tradurrà in un aumento dell’inflazione e, molto probabilmente, in un aumento sostanziale delle imposte negli Stati Uniti.

Graziella Giangiulio