VENEZUELA. Gli USA e Guaido dietro al Blackout

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Il Venezuela ha ordinato ai diplomatici americani di lasciare il paese entro 72 ore dopo che il Presidente Nicolas Maduro ha accusato Donald Trump di “sabotaggio” informatico che ha fatto precipitare la nazione nel suo peggior blackout mai registrato. Il ministro degli Esteri Jorge Arreaza ha detto che i diplomatici statunitensi sul suolo venezuelano devono partire entro tre giorni, dopo che i colloqui si sono interrotti per il mantenimento di “sezioni di interesse” diplomatico nei due paesi.

«La presenza sul suolo venezuelano di questi funzionari rappresenta un rischio per la pace, l’unità e la stabilità del paese», ha detto il governo in una dichiarazione. Il Dipartimento di Stato americano aveva annunciato l’11 marzo che avrebbe richiamato il suo personale dal Venezuela questa settimana, dicendo che la loro presenza era diventata «un vincolo alla politica degli Stati Uniti», riporta Reuters.

Maduro ha accusato Washington di aver organizzato quello che ha definito un sofisticato attacco cibernetico alle operazioni idroelettrica del Venezuela: «Donald Trump è il responsabile dell’attacco informatico al sistema elettrico venezuelano (…)  Questa è una tecnologia che solo il governo degli Stati Uniti possiede», ha detto Maduro in una trasmissione dal palazzo presidenziale di Miraflores la sera dell’11 marzo.

Secondo un tweet dell’ong Doctors for Health sono morte 24 persone negli ospedali pubblici dall’inizio del blackout giunto al suo sesto giorno, gli ospedali hanno lottato per mantenere le apparecchiature in funzione, mentre il cibo è marcito nel caldo tropicale e le esportazioni dai terminal petroliferi principali sono state chiuse.

L’energia elettrica è tornata in molte parti del paese il 12 marzo, comprese alcune zone che non avevano avuto elettricità dalla settimana scorsa, secondo quanto riportato dai social media; ma la corrente era ancora assente in alcune parti di Caracas e nella regione occidentale vicino al confine con la Colombia.

Il blackout è stato probabilmente causato da un problema tecnico con le linee di trasmissione che collegano la centrale idroelettrica di Guri nel sud-est del Venezuela alla rete elettrica nazionale. La rete elettrica del Venezuela ha sofferto per anni di sottoinvestimenti e mancanza di manutenzione. Con l’economia in crisi, i pezzi di ricambio sono scarsi, mentre molti tecnici qualificati sono fuggiti dal paese persi nell’esodo di oltre tre milioni di venezuelani in tre anni. Il governo ha sospeso le scuole e le attività commerciali il 12 marzo per altri due giorni, dopo averlo fatto venerdì e lunedì.

Il procuratore Generale del Venezuela, Tarek Saab, ha annunciato l’apertura di un’indagine contro il presidente del Parlamento, Juan Guaidó, per la sua presunta responsabilità nel blackout: «Il pubblico ministero ha avviato una nuova inchiesta (…) nei confronti dei cittadini Guaidó Juan Gerardo Marquez per il suo presunto coinvolgimento nel sabotaggio condotta del Sistema Elettrico Nazional», ha detto Saab.

Graziella Giangiulio