VENEZUELA. El Petro è moneta a corso legale 

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La criptovaluta del Venezuela, Petro, il cui valore è sostenuto dalle ricchezze petrolifere di Caracas, dovrà diventare una moneta a corso legale per tutte le transazioni che coinvolgono le istituzioni governative, dai ministeri agli aeroporti, entro 120 giorni, secondo un annuncio pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del governo venezuelano.

Il governo sarà l’unico regolatore di tutte le attività crittografiche, e la Tesorería de Criptomonedas sarà responsabile della supervisione di tutte le operazioni, dalla loro emissione alla negoziazione, secondo la Gazzetta datata 9 aprile, riporta Bloomberg. Separatamente, il governo ha chiamato Abrahan Landaeta a capo della Tesorería e Anthoni Camilo Torres a capo degli Intercambios virtuales. 

Il decreto è destinato a mettere in moto l’uso nelle transazioni del Petro, ma una serie di sfide può rendere difficile mettere in pratica quanto stabilito dalla legge sulla politica relativa alla criptovaluta, con molti suoi aspetti che rimangono ancora un mistero e siti di rating che la stanno già definendo una truffa. Il mese scorso il presidente Nicolas Maduro ha detto che il Venezuela aveva ricevuto offerte per ben 5 miliardi di dollari da paesi tra cui Cina, Russia e Messico per questa criptomoneta, eppure ci sono poche prove a sostegno.

In un discorso tenuto la scorsa settimana, Maduro ha detto che il governo di Caracas aveva acquistato 30 ambulanze con la sua moneta virtuale. Come parte dello sforzo a livello nazionale per aumentare l’uso del Petro e altre criptomonete, è stato aperto un registro nazionale “minerario virtuale” e delle “Petro zone” dove le monete saranno accettate in popolari destinazioni turistiche lungo il confine occidentale del paese.

Con il Petro, il Venezuela sta cercando di approfittare dell’entusiasmo globale per i beni basati sulla blockchain e contribuire a risollevare la sua economia da una delle recessioni più profonde del mondo caratterizzata da una penuria di valuta forte. Il Fondo Monetario Internazionale prevede che l’inflazione colpirà il 13.000 per cento entro la fine dell’anno, mentre l’economia è destinata a contrarsi del 15 per cento.

Graziella Giangiulio