VENEZUELA. Dal petrolio alla bolletta tutto si paga in Petro

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Nicolas Maduro ha detto che il suo governo è determinato a fare del Petro, la criptovaluta di Caracas presentata alla fine del 2017, un successo per aggirare le sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea. La compagnia petrolifera statale Pdvsa inizierà a vendere greggio utilizzando Petro, ha detto Maduro nel suo discorso sullo Stato dell’Unione, consegnato all’Assemblea Nazionale Costituente, piuttosto che all’Assemblea legislativa controllata dall’opposizione. Le sanzioni Usa e Ue sono costate all’economia venezuelana circa 45 miliardi di dollari, ha detto Maduro.

In definitiva, ha detto il presidente venezuelano, il piano prevede non solo che tutte le esportazioni di petrolio venezuelano siano denominate in Petro, ma anche che i cittadini utilizzino la criptovaluta per pagare le tasse e le bollette, prosegue Efe: «Tutti i servizi della Repubblica Bolivariana del Venezuela, dello stato venezuelano, che ora stanno raccogliendo tasse, tariffe e diritti in valuta passeranno al Petro».

Gli Stati Uniti hanno risposto al lancio del Petro all’inizio del 2018 sanzionando l’uso della nuova criptovaluta, vanificando le speranze del Venezuela di aggirare le misure imposte da Washington per escludere efficacemente la nazione andina dai mercati globali del credito.

Ad oggi, il Petro rimane solo un’unità di conto. Maduro ha anche colto l’occasione del discorso per proclamare che le forze armate sono pronte a «rompere i denti» alla Colombia o al Brasile se una delle due nazioni confinanti portasse avanti un’aggressione militare contro il Venezuela.

I presidenti del Brasile, Jair Bolsonaro; e della Colombia, Ivan Duque, hanno definito Maduro un dittatore e sostengono il presidente dell’Assemblea legislativa Juan Guaido come capo di Stato ad interim del Venezuela. Nel caso della Colombia, Caracas e Bogotà hanno passato anni ad accusarsi a vicenda di sostenere gruppi sovversivi armati sul territorio dell’altro.

Guardando al futuro, Maduro ha esortato il Consiglio elettorale del Cne ad invitare l’Unione Europea e le Nazioni Unite ad inviare osservatori alle elezioni dell’Assemblea legislativa previste per quest’anno, ma ha escluso qualsiasi coinvolgimento dell’Organizzazione degli Stati Americani: «Chi non entrerà in questo Paese è Luis Almagro, bandito e spazzatura della storia», ha detto Maduro, riferendosi al segretario generale dell’Oas. Il Venezuela si è formalmente ritirato dall’Oasi nel 2019, ma Almagro, con il sostegno degli Stati Uniti, ha riconosciuto Guaidò come rappresentante ufficiale venezuelano presso l’organismo che ha sede a Washington: «Né Luis Almagro né l’Oas entreranno mai più in questo Paese», ha detto Maduro.

Tommaso dal Passo