Maduro resta in sella

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VENEZUELA – Caracas 16/04/2016. Il Consejo Nacional Electoral, cioè l’ente venezuelano responsabile e garante della trasparenza dei processi elettorali e dei referendum che si svolgono nel paese, ha bocciato ancora una volta, il 14 aprile, una petizione per un referendum revocatorio dell’elezione di Nicolas Maduro.

Con una votazione di 3 a 1, il Cne ha bocciato la mozione anti Maduro. Per l’opposizione si tratta del blocco di ogni tentativo democratico di uscire dalla crisi attuale che vive il Venezuela. In un comunicato stampa congiunto, le forze politiche riunite sotto l’ombrello della Mesa della Unidad Democratica affermano che: «Gli agenti del Psuv (Partito Socialista Unido de Venezuela, cui appartiene Maduro, e fondato da Hugo Chavez, ndr) all’interno del Cne attaccano la pace della Repubblica» accusando il Cne di avere tirato alle lunghe per oltre un mese.
È la quarta volta che il Cne boccia gli sforzi dell’opposizione di esercitare il suo diritto a chiedere un referendum revocatorio, e il mandato di Maduro termina nel 2019. Se venisse fatto decadere adesso, nuove elezioni presidenziali si potrebbero tenere entro 30 giorni, secondo la Costituzione venezuelana. Ma se la decadenza avvenisse nel 2017 o più tardi, le elezioni non si potrebbero svolgere, e il Vice Presidente Aristobulo Isturiz, uno dei fondatori del Psuv, prenderebbe il posto di Maduro. Per Henry Ramos Allup, presidente dell’Assemblea legislativa in cui il Mdu ha una ampia maggioranza il «Cne continua a bloccare il referendum revocatorio e ci nega la possibilità di raccogliere firme e ci accusa di sovversione se insistiamo». L’annuncio del Cne ha incrinato l’unità dell’opposizione.