VENEZUELA. Altre tre petroliere iraniane portano benzina a Caracas

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Tre navi cisterna battenti bandiera iraniana sono arrivate in Venezuela, con rifornimenti di carburante, il 29 e 30 settembre scorsi, mentre lo Stato sudamericano, che vanta le più grandi riserve di petrolio del mondo, è stato costretto a chiudere le stazioni di servizio in tutto il Paese a causa della scarsità di carburante, scatenando proteste tra la popolazione.

Il Venezuela, riportano Ap e Sputinik, ha così ricevuto un nuovo carico di carburante. La petroliera Faxon, che trasportava circa 234.000 barili di carburante, è arrivata a nord nello stato venezuelano di Sucre alle 9:37 del mattino, ora locale del 3 ottobre, secondo i dati di Refinitiv Eikon, ripresi da Reuters. In precedenza, il 29 e 30 settembre, la petroliera Forest con 275.000 barili di benzina a bordo e la Fortune erano entrate in acque venezuelane.

Mentre non è stata offerta alcuna informazione su quanta benzina trasportavano la Fortune e il Faxon, la flottiglia avrebbe consegnato un totale di 815.000 barili di carburante al Venezuela. Le spedizioni iraniane forniranno probabilmente solo una breve tregua dalle carenze della nazione.

La flottiglia è il secondo gruppo di petroliere che l’Iran ha inviato quest’anno alla nazione Opec, che sta lottando per far fronte alla carenza di benzina. Tra maggio e giugno, cinque petroliere iraniane hanno consegnato più di un milione di barili di petrolio al Venezuela.

Mentre il Paese, le cui riserve petrolifere sono riconosciute come le più grandi del mondo, produce ancora greggio, ha bisogno di importare benzina, poiché la sua produzione è una forma di petrolio pesante a base di zolfo.

Il Venezuela, a causa delle sanzioni statunitensi contro la compagnia petrolifera statale Petroleos de Venezuela e dei conseguenti scarsi investimenti e della mancanza di manutenzione nelle sue raffinerie, non ha la capacità di raffinarlo. La carenza di carburante ha portato a volte a code lunghe giorni al di fuori delle stazioni di servizio della Pdvsa, provocando una nuova ondata di malcontento tra la popolazione.

Secondo l‘Associated Press, nell’ultima settimana sono state organizzate circa 100 manifestazioni di piazza in molte città. L’arrivo delle petroliere è visto come l’ultimo segno di cooperazione tra due Paesi che lottano contro le sanzioni imposte dagli Stati Uniti.

Graziella Giangiulio